(comunicato di Francesco Arpa, 10.10.2007)
Pregiatissimo Prof. Michele Schifone Assessore alla Cultura ORIA
Nel ringraziarLa per la solerte risposta/precisazione, che solo stamattina ho avuto modo di leggere sulla homepage di www.carpediemoria.it, mi consenta solo una piccola replica, al fine anche di meglio chiarire certi aspetti a beneficio degli ignari lettori.
Non avevo dubbi: il termine “ghetto” non poteva essere stato scritto e comunicato alla redazione della Gazzetta da qualcuno che componeva la delegazione oritana che quel giorno ebbe a ricevere gli amici ebrei, per il semplice motivo che fu abbondantemente ed esaurientemente spiegato (in verità, in modo particolare dall’amico Glauco Caniglia) che mai la comunità ebraica oritana ha vissuto momenti di segregazione dal resto della popolazione locale.
L’ordine da me dato ai destinatari in indirizzo nella lettera faceva comunque capire, a mio modesto parere, che il Prof. Schifone ed il Consigliere Caniglia erano messi semplicemente a conoscenza (alla pari di altri due soggetti) delle mie esternazioni. Al Sindaco invece è stata inviata “per quanto di competenza” , per l’accertata scomparsa di una targa toponomastica in marmo.
Il mio intervento non voleva “bacchettare” nessuno in particolare modo.
E ciò perché, in verità, il particolare dell’uso inopportuno del termine “ghetto” mi è servito per fare una panoramica su vari aspetti (A ci capesci capesci – come affermava Lei in una trasmissione radiofonica che brillantemente conduceva qualche lustro addietro –come passa il tempo!- la domenica mattina dai microfoni di Radio Oria insieme al compianto Fulvio Carrieri). Aspetti, che, sempre a mio parere, non avevano beneficiato di un minimo di opportuna visibilità nell’articolo della Gazzetta. E mi fermo qui per non apparire polemico in misura maggiore di quanto già lo sono.
Tornando al termine “ghetto” devo aggiungere che in tanti finora hanno superficialmente usato detto termine per indicare i luoghi della nostra “giudecca” o “giudea”. Io personalmente avevo le idee confuse (dal basso della mia ignoranza….. sapevo che era inopportuno usare detto termine in presenza di ebrei…..che indicava un luogo di segregazione…. che ricordava loro certe persecuzioni……) e in verità devo dire che solo in questi giorni ho potuto colmare questa mia personale lacuna dopo aver fatto una piccola ricerca su internet e dopo aver letto il libro del Prof. D’Amico (al quale và il mio personale ringraziamento per quanto ha finora fatto e continua a fare per la nostra città). A comprova di ciò Le aggiungo che su internet è presente un sito (http://www.oria.rionegiudea.altervista.org/) , il quale pur non identificandosi per sito ufficiale del Rione Giudea riporta varie cose interessanti ed è punto di incontro di giovani del rione, atleti e non, domiciliati altrove per motivi di lavoro e di studio. Orbene in detto sito nella sezione “origini storiche” può leggersi il termine “ghetto”. Il giovane webmaster è stato da me opportunamente informato e questa mattina ho rilevato che sulla homepage è in evidenza un “comunicato in merito alla errata denominazione storica di ghetto del Rione Giudea”.
La ringrazio comunque per avermi degnato di una risposta, anche se, in verità, avrei preferito un qualcosa di più concreto di ciò che può apparire come una semplice “sindrome da coda di paglia”. Nella mia lettera si parla della scomparsa dell’epigrafe dedicata all’illustre ebreo Donnolo al quale è stata dedicata la piazza. Mi aspettavo (e mi aspetto) una risposta.
Nel salutarLa cordialmente invito Lei e tutti gli amministratori a curare maggiormente una sorta di filo diretto con noi cittadini. Si potrebbe creare una sorta di forum sul sito ufficiale internet del Comune o su qualche altro spazio web presente sulla piazza. Si eviterebbero forse certi fastidiosi difetti di comunicazione.
Oria, lì 10 ottobre 2007
Con la stima ed il rispetto di sempre
Francesco ARPA
Non avevo dubbi: il termine “ghetto” non poteva essere stato scritto e comunicato alla redazione della Gazzetta da qualcuno che componeva la delegazione oritana che quel giorno ebbe a ricevere gli amici ebrei, per il semplice motivo che fu abbondantemente ed esaurientemente spiegato (in verità, in modo particolare dall’amico Glauco Caniglia) che mai la comunità ebraica oritana ha vissuto momenti di segregazione dal resto della popolazione locale.
L’ordine da me dato ai destinatari in indirizzo nella lettera faceva comunque capire, a mio modesto parere, che il Prof. Schifone ed il Consigliere Caniglia erano messi semplicemente a conoscenza (alla pari di altri due soggetti) delle mie esternazioni. Al Sindaco invece è stata inviata “per quanto di competenza” , per l’accertata scomparsa di una targa toponomastica in marmo.
Il mio intervento non voleva “bacchettare” nessuno in particolare modo.
E ciò perché, in verità, il particolare dell’uso inopportuno del termine “ghetto” mi è servito per fare una panoramica su vari aspetti (A ci capesci capesci – come affermava Lei in una trasmissione radiofonica che brillantemente conduceva qualche lustro addietro –come passa il tempo!- la domenica mattina dai microfoni di Radio Oria insieme al compianto Fulvio Carrieri). Aspetti, che, sempre a mio parere, non avevano beneficiato di un minimo di opportuna visibilità nell’articolo della Gazzetta. E mi fermo qui per non apparire polemico in misura maggiore di quanto già lo sono.
Tornando al termine “ghetto” devo aggiungere che in tanti finora hanno superficialmente usato detto termine per indicare i luoghi della nostra “giudecca” o “giudea”. Io personalmente avevo le idee confuse (dal basso della mia ignoranza….. sapevo che era inopportuno usare detto termine in presenza di ebrei…..che indicava un luogo di segregazione…. che ricordava loro certe persecuzioni……) e in verità devo dire che solo in questi giorni ho potuto colmare questa mia personale lacuna dopo aver fatto una piccola ricerca su internet e dopo aver letto il libro del Prof. D’Amico (al quale và il mio personale ringraziamento per quanto ha finora fatto e continua a fare per la nostra città). A comprova di ciò Le aggiungo che su internet è presente un sito (http://www.oria.rionegiudea.altervista.org/) , il quale pur non identificandosi per sito ufficiale del Rione Giudea riporta varie cose interessanti ed è punto di incontro di giovani del rione, atleti e non, domiciliati altrove per motivi di lavoro e di studio. Orbene in detto sito nella sezione “origini storiche” può leggersi il termine “ghetto”. Il giovane webmaster è stato da me opportunamente informato e questa mattina ho rilevato che sulla homepage è in evidenza un “comunicato in merito alla errata denominazione storica di ghetto del Rione Giudea”.
La ringrazio comunque per avermi degnato di una risposta, anche se, in verità, avrei preferito un qualcosa di più concreto di ciò che può apparire come una semplice “sindrome da coda di paglia”. Nella mia lettera si parla della scomparsa dell’epigrafe dedicata all’illustre ebreo Donnolo al quale è stata dedicata la piazza. Mi aspettavo (e mi aspetto) una risposta.
Nel salutarLa cordialmente invito Lei e tutti gli amministratori a curare maggiormente una sorta di filo diretto con noi cittadini. Si potrebbe creare una sorta di forum sul sito ufficiale internet del Comune o su qualche altro spazio web presente sulla piazza. Si eviterebbero forse certi fastidiosi difetti di comunicazione.
Oria, lì 10 ottobre 2007
Con la stima ed il rispetto di sempre
Francesco ARPA
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