(fonte La Gazzetta del Mezzogiorno, 8.10.2007)
È durata meno di una settimana la latitanza di Francesco Palmisano, oritano di 27 anni, ricercato dopo gli arresti effettuati dai carabinieri nell’ambito dell’operazione «Doberman». Accompagnato dal suo legale – l’avvocato Raffaele Pesce – Palmisano si è consegnato al tenente Pasquale Ferrari ieri pomeriggio.
«Mi trovavo a Roma quando sono state notificate le ordinanze - ha detto ai carabinieri -. Non appena ho saputo di essere ricercato sono tornato ad Oria e mi sono costituito». Palmisano accusato di associazione per delinquere finalizzata al furto di auto e alle estorsioni, insieme con la famiglia Castrovillari (arrestati padre, madre e due figli) ed altri oritani è sospettato di appartenere al gruppo che si sarebbe reso protagonista di diversi «cavalli di ritorno». I carabinieri della Compagnia di Francavilla, cordinati dal sostituto procuratore Adele Ferraro, hanno raccolto diverse denunce di cittadini ai quali erano giunte richieste estorsive dopo il furto della vettura o dei mezzi agricoli. Le indagini, inoltre erano state condotte grazie anche ad alcune intercettazioni ambientali e telefoniche che hanno fornito riscontri ai sospetti degli investigatori.
Complessivamente, gli arresti erano stati undici la scorsa settimana. Francesco Palmisano era sfuggito alla cattura, anche se i militari dell’Arma erano più o meno sulle sue tracce. Lui, però, ha giocato d’anticipo. Ha chiamato il suo legale e proprio con l’avv.Raffaele Pesce si è presentato ieri pomeriggio nella caserma dei carabinieri di Francavilla Fontana che lo hanno poi condotto nel carcere di Brindisi dove già questa mattina potrebbe essere interrogato dal giudice delle indagini preliminari Rità Martalò che aveva emesso le ordinanze. I suoi presunti complici si erano tutti avvalsi della facoltà di non rispondere.
È durata meno di una settimana la latitanza di Francesco Palmisano, oritano di 27 anni, ricercato dopo gli arresti effettuati dai carabinieri nell’ambito dell’operazione «Doberman». Accompagnato dal suo legale – l’avvocato Raffaele Pesce – Palmisano si è consegnato al tenente Pasquale Ferrari ieri pomeriggio.
«Mi trovavo a Roma quando sono state notificate le ordinanze - ha detto ai carabinieri -. Non appena ho saputo di essere ricercato sono tornato ad Oria e mi sono costituito». Palmisano accusato di associazione per delinquere finalizzata al furto di auto e alle estorsioni, insieme con la famiglia Castrovillari (arrestati padre, madre e due figli) ed altri oritani è sospettato di appartenere al gruppo che si sarebbe reso protagonista di diversi «cavalli di ritorno». I carabinieri della Compagnia di Francavilla, cordinati dal sostituto procuratore Adele Ferraro, hanno raccolto diverse denunce di cittadini ai quali erano giunte richieste estorsive dopo il furto della vettura o dei mezzi agricoli. Le indagini, inoltre erano state condotte grazie anche ad alcune intercettazioni ambientali e telefoniche che hanno fornito riscontri ai sospetti degli investigatori.
Complessivamente, gli arresti erano stati undici la scorsa settimana. Francesco Palmisano era sfuggito alla cattura, anche se i militari dell’Arma erano più o meno sulle sue tracce. Lui, però, ha giocato d’anticipo. Ha chiamato il suo legale e proprio con l’avv.Raffaele Pesce si è presentato ieri pomeriggio nella caserma dei carabinieri di Francavilla Fontana che lo hanno poi condotto nel carcere di Brindisi dove già questa mattina potrebbe essere interrogato dal giudice delle indagini preliminari Rità Martalò che aveva emesso le ordinanze. I suoi presunti complici si erano tutti avvalsi della facoltà di non rispondere.
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