sabato 11 febbraio 2012

Oria, due funerali di seguito il prete arriva tardi in chiesa il morto si mette in... coda

di Eliseo Zanzarelli, www.lagazzettadelmezzogiorno.it, 10.2.2012

Il parroco è con l’influenza, il supplente in ritardo e fuori dalla chiesa c’è la fila dei funerali. No, non è il soggetto di una commedia all’italiana, ma quanto davvero accaduto martedì scorso di fronte alla parrocchia di San Francesco d’Assisi, dov’erano in programma tre riti funebri e una messa in suffragio nell’arco di poco più di due ore e mezza. Il prete “titolare” di San Francesco, don Domenico Spina, ha provato a stringere i denti e mantenere gli impegni presi il giorno prima, ma proprio non ce l’ha fatta: con la febbre a 39, e i conati di vomito che caratterizzano l’influenza di stagione, non era proprio opportuno avventurarsi a officiare. Così, in fretta e furia, si è comunque adoperato per cercare un sostituto, come da prassi in casi di emergenza del genere. La ricerca è stata lunga e faticosa: nessuno degli altri parroci della città era disponibile, perché impegnato nella propria chiesa, o reperibile. Il tempo, tiranno e inesorabile, stringeva: il primo funerale, quello di Luciano Miale, era previsto per le 15,30; il secondo, quello di Giovanni Proto, per le 16,30; la messa in suffragio di Barsanofio Musciagli per le 18. La soluzione è giunta provvidenziale – è proprio il caso di dirlo – nel primo pomeriggio, a ridosso del primo rito, quando non uno ma tre dei sei sacerdoti di “San Pasquale” (istituto dei Padri rogazionisti di Sant’Antonio) – liberi da incombenze liturgiche – hanno finalmente detto che sì, non ci sarebbero stati problemi. Quale dei tre potenziali anziani supplenti – uno dei quali con 50anni di ordinazione alle spalle – avrebbe sostituito don Spina? Per tagliare la testa al toro, tutti e tre, ché il servizio pastorale tanto si preannunciava lungo e faticoso. Il terzetto di religiosi, pur con tutta la buona volontà, non è però riuscito ad arrivare puntuale per le esequie delle 15,30, che sono cominciate, quindi anche finite, con ritardo. L’officiante, contrariamente a quelli che sono i tempi del giovane don Domenico, si sarebbe poi abbastanza dilungato durante l’omelia. Sta di fatto che, nel frattempo, fuori dalla chiesa è sopraggiunto il nutrito corteo funebre in onore di Giovanni Proto.

I partecipanti – nonostante le condizioni meteo avverse con pioggia freddo e vento – non hanno potuto prendere posto in parrocchia: i congiunti di Luciano Miale hanno ricevuto le condoglianze dei presenti fino alle 17 circa. Giusto il tempo di un “turn over” e con più di tre quarti d’ora rispetto alla tabella di marcia è iniziato la seconda messa di addio, quella c’era prevista per le 16,30. Un’altra accorata, ineccepibile e prolissa omelia, le tradizionali condoglianze e le 18 – orario fissato per la messa in suffragio – sono state abbondantemente sforate, con anche i parenti di Barsanofio Musciagli costretti ad attendere per una mezzoretta lì fuori, al freddo e al gelo, che la chiesa sfollasse.Una simile concatenazione di coincidenze – dall’influenza di don Domenico, alla difficoltà di reperire un sostituto, alla notorietà dei defunti con funerali piuttosto frequentati, alla giornata uggiosa e fredda, ecc. – forse non si era mai verificata. Qualora si fosse trattato di matrimoni, la cosa sarebbe stata certamente più divertente ma, pur con tutto il rispetto dovuto ai poveri familiari dei defunti, quanto accaduto presenta più di qualche aspetto tragicomico.

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