sabato 23 agosto 2008

Marcello Andriani,ventinovenne originario di Oria,sarà in missione col contingente italiano per almeno 4 mesi.

Carabiniere brindisino nel Ciad:"Un posto dimenticato da Dio"


di ANTONELLA DI COSTE, Senzacolonne, 29.7.2008, foto di Marcello Andriani

"Vorrei mandare un saluto alla mia famiglia, ai miei amici, e a tutti i miei colleghi militari, sperando che almeno loro siano a divertirsi in vacanza o al mare", così esordisce uno dei militari della provincia di Brindisi, impegnato in una difficile missione all'estero in Ciad.
È orgoglioso Marcello Andriani, oritano prima appartenente all'esercito come alpino e ora in servizio a Laives presso il reggimento carabinieri del posto.
"Avrò tanto da raccontare al mio ritorno - dice il 29enne alla sua settima missione - mi trovo in Ciad, precisamente nella città di Abèchè che si trova verso il confine con il Sudan.
In questo periodo siamo nella stagione delle piogge, "I'inverno africano", quando non piove la temperatura gira intorno 35-55 gradi.
"Il Ciad si divide dalla zona desertica, alla zona tropicale, io mi trovo nella zona semi desertica.

II militare, degno ogni giorno di più di indossare quella divisa, quasi fosse ormai la sua pelle racconta circa le condizioni della città in cui presta servizio.
"Qui gli abitanti sono circa 85mila, ma ultime informazioni indicano un aumento ed ora dovremmo essere a 120mila questo perché vengono dal Sudan a causa della guerra. Le strade non ci sono, non c'è corrente elettrica, ci si muove con cammelli e asini, e motorini.
"Molte le malattie, le epidemie; in città sono tutti commercianti sia di bestiame e di spezie e roba che viene dalla Cina e quando piove la città si allaga facilmente.
Ma c'è una piaga ancor peggiore, lì dove questo giovane della provincia di Brindisi con la fiamma argentata nel cuore svolge il suo servizio dall'undici luglio scorso e dove resterà per almeno quattro mesi.

"C'è anche la guerra civile,l 'esercito regolare Ciadiano ha il potere su tutto, girano con i pikappa armati di lancia razzi e fucili, è impressionante.
"La città di Abèchè in passato è stata colonizzata dai Francesi, quindi alcuni di loro parlano in francese.
"Noi come contingente italiano, siamo ospiti nella base francese, siamo in 86 tra Sanità, Comando, trasmettitori e in fine due Carabinieri nucleo MP. Siamo alloggiati nelle tende.
"Qui troviamo ragni cammello che sono grandi come dei compact disk, serpenti e tanti altri animali e insetti che non sono classificati. Quando piove migliaia le rane che emettono suoni che sembrano anti furti per le auto, alla fine però ci fai l'abitudine e la prendi come una esperienza che ti resta impressa per tutta la vita.
Grazie a queste missioni, Marcello Andriani, come migliaia di militari italiani in giro per il mondo sente davvero che questo è la sua vocazione e inoltre ribadisce a gran voce: "Quando ti trovi in posti come questo, o l'Iraq o l'Afganistan, ti rendi conto, che noi italiani siamo fortunati".

"Noi carabinieri siamo sempre e ovunque, continua il militare ripetendo il motto che li contraddistingue - grazie all'Arma e all'esercito sto girando il mondo, sto realizzando anche i miei sogni, sto scoprendo cioè una vocazione: quella di aiutare le persone che hanno veramente bisogno. Sono molto orgoglioso di quello che faccio e di quello che rappresento, sono contento quando queste popolazioni ci sorridono e sono contenti di quello che facciamo perché qui, in Ciad, molti pensano solo alle armi e droga e la vita non ha nessun valore".
È così che il giovane carabiniere rende noti i suoi sentimenti e oltre a voler ringraziare il comando, vorrebbe dire ai suoi cari, ad Oria, che è difficile ma che va tutto bene, abbracciando la mamma Elisa, il fratello Fabrizio sacerdode e missionario della famiglia religiosa dei Padri Rogazionisti, ed i fratelli Adriano e Giancarlo e soprattutto il papà che da sette anni, proprio come le sue missioni in Albania, Macedonia, tre in Kossovo e Afganistan lo assiste da lassù.

3 commenti:

CAPORALATO ha detto...

Un saluto a nostro cugino Marcello da Leonzio, Lorenza, Serena, Enrico, Zia Ida e Germano e dalla sua mamma Zia Elisa

Birillo ha detto...

Tanti saluti anche da me.Certo che ne sono passati di anni da quando ti mollai quel pizzicotto al Campo Scuola di Don Giovanni a Serracandele ;-)
Sempre in gamba!Ciao.

Diego Moretto

Michelle ha detto...

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