lunedì 9 maggio 2011

Qui la primavera araba risveglia il passato

di Mark Glanville, The Jewish Chronicle 6.5.2011 - foto di Diego Moretto

"Gli arabi vennero a Oria in due occasioni: nel 926 e 976 d.c., quando la fu città rasa al suolo e furono massacrati i suoi abitanti. Dieci rabbini furono assassinati e questo vi dà un'idea delle dimensioni della sua popolazione ebraica." Giuseppe D'Amico, uno storico locale e conoscitore della storia sugli Ebrei di Oria, una piccola città in Puglia, Italia meridionale, sta guidando un gruppo di 80 turisti ebrei nella biblioteca comunale. Si festeggia la festa di Pesach ed é stata appena mostrata una lapide dell'ottavo secolo, con iscrizioni in ebraico e latino, scoperta in uno dei più antichi cimiteri ebraici d'Europa.
Fuori le strade sono tranquille ma Oria è a disagio. Agli angoli e nei bar, giovani tunisini si riuniscono ogni giorno, sono dei rifugiati, inviati in un campo di accoglienza a metà strada tra Oria e Manduria dove una piccola sinagoga del 16° secolo è la prossima tappa del nostro itinerario.
Ma al gruppo è stato consigliato di fare una deviazione e quindi non vedrà quei giovani arabi che vanno in giro senza una meta o chiedono un autostop per arrivare in città, dove le scritte in arabo dicono che non possono sostare al tavolino di un bar per più di 15 minuti. Ma questi giovani non vogliono restare qui. Il loro obiettivo è più a nord, in Francia, dove molti hanno parenti.
La polizia è presente per fermare e prevenire ogni eventuale atto di violenza, ma la loro presenza è non è strettamente necessaria. La maggior parte dei tunisini sono nel campo, in attesa del permesso che consentirà loro di andare via da un'area con poche prospettive di occupazione per loro.
Molti lo hanno già fatto dopo una fuga di massa dall'ex base aerea dove è la tendopoli, una struttura che imbarazza molti abitanti del luogo con il suo aspetto da campo di concentramento. Alcuni tunisini si sono feriti in segno di protesta, uno di loro ha cercato di darsi furoco mentre un altro, purtroppo, è stato investito.
Il cimitero ebraico di Oria era un tempo conosciuto come "la collina dei disperati" i corpi di una madre e un bambino sono stati ritrovati, sepolti insieme in posizione fetale, a pochi centimetri sotto la superficie. Alessio Carbone, il proprietario del sito, un uliveto che è stato in possesso della sua famiglia per generazioni, è incuriosito da tutto l'interesse che genera ora. "Per loro è sacro, ed io ci giocare da bambino, lo trovo meraviglioso."
Proprio di fronte, nel vecchio quartiere ebraico, esiste l'unica costruzione staccata dalle altre abitazioni del centro storico che si suppone sia stata una sinagoga ed oggi è una abitazione privata "I miei nonni raccontavano che anticamente erano soliti girare in cerchio intorno a quella casa nei momenti di malattia, nella convinzione che sarebbero guariti" dice D'Amico. "Gli ebrei di Oria erano famosi medici e farmacisti, quindi questo ha un senso. Hanno portato luce a questa città in un momento in cui parte di Italia era stata oscurata dalle invasioni barbariche". Con i progetti per ristrutturare il quartiere ebraico e commemorare il cimitero, la 'or' nell'ebraica Oria sembra tutt'altro che estinta.


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Here, the Arab spring awakens past pain

The Jewish Chronicle 6 May 2011 by Mark Glanville

Giuseppe d'Amico, a local historian and authority on the Jews of Oria, a smalltown in Puglia, southern Italy, is addressing a group of 80 Jewish tour¬ists in the municipal library. They are celebrating Pesach and have just been shown an 8th century tombstone, inscribed in Hebrew and Latin, which was discovered on the site of one of the most ancient Jewish burial grounds in Europe.
Outside the streets are calm but Oria is uneasy. At its corners and cafes,young Tunisian men congregate each day, refugees who have been sent to a holding camp halfway between Oria and Manduria where a tiny 16th century synagogue is the next stop on our itinerary. But the group has been advised to take a detour and thus will not see the youths drifting aimlessly or hitching lifts to town centres where notices in Arabic tell them they cannot linger at a cafe table for longer than 15 minutes. Not that they want to. Their goals are further north, particularly France where many have relatives.
Police are on hand to Stop Arab-jewish violence In Manduria, military police are on hand to prevent Arab-Jewish violence, but their presence is gratuitous. Most Tunisians are in camp, waiting for the permit which will allow them to leave an area with no prospect for employment. Many have already done so after a mass break-out from a former Nazi air base that embarrasses locals with its concentration camp appearance. Some Tunisians have harmed themselves in protest at being held; one set himself alight, another, sadly, was killed on the road.
Oria's Jewish cemetery was once known as "the hill of the desperate" after the bodiesofa mother and child were revealed, curled together in a foetal position, not far beneath the surface. Alessio Carbone, the owner of the site, an olive grove which has been in his family's possession for generations, is intrigued by the interest it now gen¬erates. "For them it's sacred, but for me it's somewhere 1 used to play as a child. I find that wonderful."
Directly opposite, in the old Jewish quarter, is the only freestanding build¬ing in the historic centre. Now a family home, it is thought to have been a syna¬gogue. "My grandparents used to circle its walls at times of illness in the belief they would be cured," says D'Amico. "The Jews of Oria were famous doctors and pharmacists, so it makes sense. They brought light to this town at a time when the rest of Italy was darkened by barbarian invasions." With plans in place to refurbish the entrance to the Jewish Quarter and commemo¬rate the cemetery, the 'or' in Jewish Oria seems far from extinguished.

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