mercoledì 12 ottobre 2011

Il castello acquistato nel 2007 per 8 milioni di euro

www.gazzettadelmezzogiorno.it, 10.10.2011

Dal novembre 2010 il Castello di Oria, monumento nazionale, era diventato anche località per convegni, congressi, meeting, cerimonie varie, comprese quelle nuziali, e ideale 'location' per riprese cinematografiche a causa delle sue fortificazioni, i bastioni, i camminamenti, le antiche sale affrescate, la piazza d’armi, il parco. Da oggi è sequestrato perchè – secondo l’accusa – anche con l’avallo della Soprintendenza ai beni architettonici e storici, nell’esecuzione delle opere di restauro, consolidamento statico e riqualificazione turistico-culturale, sarebbero stati realizzati lavori (anche sul prospetto principale) in maniera difforme rispetto a quelli autorizzati.

Il Castello brindisino ne ha viste tante nella sua ormai più che millenaria vita: si fa infatti risalire alla dominazione normanna di Roberto d’Altavilla detto il Guiscardo, nel primo secolo dopo l’anno mille, la prima fortificazione della rocca e la costruzione del Torrione quadrato.

Naturalmente la parte del leone nei castelli pugliesi la fa sempre Federico II: anche in questo caso lo 'stupor mundì ampliò e modificò il maniero e ne fece – si dice – un 'albergò per i suoi ospiti in occasione del suo matrimonio con Iolanda di Brienne, celebrato il 9 novembre 1225 nella cattedrale di Brindisi. Numerose modifiche e adattamenti la struttura ebbe anche nei secoli XV e XVI, e restauri e ricostruzioni tra Ottocento e Novecento.
Nel 1825 le monache Benedettine comprarono il castello, il cui piazzale fu adornato di pergolati e coltivato a giardino. Passò tra le proprietà del Demanio pubblico e del Municipio dopo il 1866, per la soppressione degli ordini religiosi.

Il 5 dicembre 1933 il Comune di Oria, retto dal 'fascistissimo' podestà Rocco Greco, cedette il Castello alla famiglia Martini Carissimo, ricevendone in cambio il Palazzo Martini, poi sede del Municipio, uno scambio che sembrò già allora in perdita nonostante il difficile stato nel quale si trovava la struttura. I Martini Carissimo restaurarono il Castello e lo hanno tenuto sino al 2 luglio 2007 quando il Castello, anche questa volta in cattive condizioni, è stato acquistato dall’imprenditore veneto Giuseppe Romanin, titolare con la moglie della Borgo ducale srl, società cui fanno capo vari ristoranti.
I Romanin Caliandro rilevarono il castello per 7.750.000 euro e incaricarono l'architetto Severino Orsan del progetto di recupero e restauro. Il progetto, autorizzato dalla Soprintendenza per i beni architettonici di Lecce e dal dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Oria, è divenuto esecutivo nell’agosto 2008: i lavori di restauro si sono conclusi nell’autunno 2010 e sono costati, a detta dello stesso Giuseppe Romanin, cinque milioni di euro.

Un anno fa il castello si avviò dunque ad essere utilizzato su nuove funzionalità : nel febbraio 2011 si sparsero voci insistenti secondo le quali in settembre avrebbero dovuto celebrarvi le loro nozze Piersilvio Berlusconi e Silvia Toffanin. I due minacciarono querele facendo capire chiaramente che si tentava di far pubblicità utilizzando i loro nomi. Subito dopo la conclusione dei lavori, ad ogni modo, era nato un contenzioso con l’amministrazione comunale, conclusosi solo quattro mesi fa con la nuova giunta. La società sosteneva di aver ricevuto nel 2009 parere favorevole dalla Sovrintendenza per i beni archeologici e paesaggistici di Lecce per il cambio di destinazione d’uso dell’ex Nucleo abitativo del castello, indispensabile – secondo la società – per rendere il complesso architettonico idoneo per 'usi economicì efficienti. Ma l'amministrazione comunale non rilasciava la licenza che appunto avrebbe consentito di realizzare nel castello eventi e congressi, convention, manifestazioni artistiche e culturali. I litigi si sono conclusi qualche mese fa: il 17 giugno 2011 il neosindaco di centrosinistra, Cosimo Pomarico, in una conferenza stampa congiunta con i Romanin, assicurò che “eventuali ostacoli e divisioni, che per troppo tempo hanno ottenuto inutili attenzioni, appartengono a logiche che non arrecano alcun beneficio al territorio e alla sua comunità” e spiegò che “per le osservazioni di difformità segnalate nell’ordinanza dell’Ufficio Tecnico Comunale n.22 dell’8 giugno scorso, i proprietari hanno fatto pervenire adeguata documentazione per risolvere la questione”.

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