giovedì 13 ottobre 2011

Lo scempio dimenticato

www.senzacolonne.it, 11.10.2011


Aiuole più piccole o grandi del dovuto, muretti spostati di alcuni metri rispetto alla posizione originale, nuove scale al posto delle originali. Tanto è bastato alla magistratura brindisina perché un intero monumento nazionale, vecchio di otto secoli, fosse posto sotto sequestro probatorio e interdetto al resto del mondo. Presunti abusi, certo: reati gravissimi se confermati perché arrecati ai danni di un pezzo ormai compromesso del passato. Ma non era anche un lembo di storia l’incredibile necropoli messapica scoperta dieci anni fa nel cuore del centro storico di Oria e poi letteralmente sbancata a colpi di ruspe nel silenzio generale per far posto a un campetto di calcio? Sono quasi due lustri che questa domanda riecheggia tra le lande desolate di chi non vuol sentire, non sa sentire, o non vuol rispondere. Eppure le radici della comunità brindisina, il cimitero dei padri era celato lì, da millenni, sotto un sottile tappeto di terra ai piedi di quel vecchio monastero. Una necropoli messapica da mozzare il fiato, dimora eterna degli avi dell’attuale civiltà, rimasta intatta nei secoli. Rarissime tombe con camera e una grotta destinata ad ancestrali riti religiosi sono tornate alla luce perfettamente intagliate e scavate nella roccia, resistendo immutate a millenni di guerre e terremoti, di disastri naturali e stravolgimenti storici.
Poi è successo qualcosa. La Curia, o chi per lei, ha sentito impellente la necessità di far sorgere esattamente in quel punto, nel cuore del borgo antico di Oria, nel cortile di quel palazzo di missionari edificato nel 1744, un moderno campetto di calcio.

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