martedì 11 gennaio 2011

Operazione Georgia: tre arresti per sfruttamento dell'immigrazione clandestina

www.brundisium.net, 11.1.2011

Prende spunto dalla nazionalità dei cittadini extracomunitari vessati l'operazione messa a segno dalle prime ore di questa mattina, ad Oria (Brindisi). I carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata a favorire l’ingresso ed il soggiorno illegale nel territorio italiano di cittadini georgiani, soprattutto donne, privi di documenti.
Gli arrestati risultano essere indagati, a vario titolo, anche per reati di estorsione e di minaccia nei confronti degli stessi cittadini extracomunitari, costretti a versare all’associazione parte dello stipendio percepito nei miseri lavori, generalmente badanti o braccianti agricoli, in cui venivano occupati.
Uno dei destinatari della misura cautelare risulta essere indagato anche per stalking nei confronti di due donne che, in tempi diversi, avevano occupato come badanti ragazze georgiane individuate dall’associazione criminale.

Sono stati tratti in arresto:
Lia Chkheidze, 47, nata in Georgia residente a Oria;
Giovanni De Bari, 45 anni, residente ad Oria;
Marcello Guidone, 34 anni, residente ad Oria

Le fasi dell’arresto:
L’attività di indagine nasce nell’agosto del 2009 a seguito della denuncia prodotta da due ragazze di nazionalità georgiana che, per il tramite dell’associazione, avevano raggiunto la città di Oria e successivamente anche l’impiego come badanti presso famiglie della zona, non solo di Oria.
L’attività di indagine è stata condotta dal Nucleo Operativo di Francavilla Fontana coadiuvato dalla Stazione Carabinieri di Oria e diretta dal Dott. Milto De Nozza, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi. Le relative ordinanze di Custodia Cautelare sono state emesse dal GIP del Tribunale di Brindisi Dott. Giuseppe Licci.
L’attività di indagine ha dimostrato l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere finalizzata oltre che all’ingresso ed al soggiorno nel territorio italiano di cittadini extracomunitari non in regola con la vigente normativa, ma anche ad estorcere denaro alle povere donne che via via venivano impiegate come badanti o come braccianti agricole.
Parte dello stipendio infatti veniva versato a due degli arrestati, marito e moglie, che lo pretendevano anche attraverso minacce ed aggressioni. La compagine criminosa si preoccupava altresì di trovare gli alloggi per i cittadini extracomunitari.
Ruolo apicale all’interno dell’associazione è quello del De Bari e della Chkheidze. Il De Bari ha rivestito un ruolo di supremazia rispetto a quello della consorte, sebbene in un contesto caratterizzato da una perfetta distribuzione dei compiti. Il Guidone fungeva soprattutto da intermediario presso le aziende agricole e quindi incaricato soprattutto di trovare i lavori.
I coniugi De Bari agivano nel seguente modo: le cittadine straniere, dai Paesi di origine, contattavano Lia Chkheidze, presente sul territorio nazionale, la quale prometteva un lavoro sicuro come “badante” a persone anziane o lavori in aziende agricole. In Oria De Bari, Chkheidze e Guidone Marcello si prodigavano nel reperire alloggio e lavoro alle extracomunitarie.
Le cittadine straniere venivano impiegate presso famiglie italiane bisognose, in qualità di “assistenti familiari” in gergo, chiamate “badanti”. La richiesta dei coniugi DE BARI, di compenso per il “reperimento dei lavori”, variava a secondo dell’entità dello stipendio, con una percentuale fissa del 50%, oscillante tra 300 e 400 euro, a parte il rimborso pertinente alla prima accoglienza che doveva essere rimborsato con altre mensilità. La dazione di denaro che veniva effettuata dalle cittadine georgiane in favore ai DE BARI era una prassi consolidata in quanto già dai luoghi d’origine sapevano che in un certo senso dovevano sdebitarsi per il reperimento dei lavori. Vi è prova che molte di queste richieste avvenivano mediante l’utilizzo di minacce rivolte alle cittadine georgiane in caso di inadempimento o ritardo nella consegna del denaro pattuito.
Il disegno criminoso attuato dai coniugi DE BARI era studiato in maniera metodica e accurata. Una volta trovata la prima occupazione alle sventurate georgiane, già nel primo mese di occupazione, facevano in modo di convincere le famiglie che le stavano impiegando a licenziarle. L’abilità dei coniugi era quella di persuadere i familiari dell’assistita, a cambiare badante trovando motivazioni di fantasia (donne inesperte, sfaticate e di facili costumi) assicurando l’assunzione di una georgiana migliore. Questa metodologia permetteva ai DE BARI di incassare, per ogni assunzione, il 50% del primo stipendio di ogni georgiana impiegata. E’ chiaro quindi che conveniva loro farle licenziare e trovargli una nuova collocazione.
Nell’eventualità in cui qualche cittadina Georgiana si rifiutava al pagamento della richiesta estorsiva, interveniva DE BARI, che con la sua presenza imponente ed i suoi metodi efficaci, riusciva ad incutere timore nelle malcapitate, costringendole a versare quanto preteso.
Anche i modi burberi e violenti di Lia Chkheidze non erano da meno, le indagini permettevano di appurare la situazione drammatica di alcuni assistiti; alcune volte, infatti, LIA ricorreva alle maniere forti, percuotendo l’assistita anziana signora disabile, al fine di portarla alla ragione e alla totale innocuità. Suggeriva, altresì, alle sue connazionali di attuare lo stesso metodo per le loro assistite, poiché, secondo le sue esperienze era l’unico maniera in grado di calmare le sventurate vecchiette inabili, incontinenti e irascibili.

IL RINTRACCIO DI CITTADINE EXTRACOMUNITARIE
Durante le investigazioni, a riscontro dell’illecita attività condotta dall’organizzazione criminale de quo, venivano rintracciate 4 (quattro) cittadine Georgiane, tutte impiegate come badanti, che avevano guadagnato l’ingresso nel territorio Nazionale, grazie all’interessamento dei coniugi DE BARI - CHKHEIDZE. Le donne venivano sottoposte ai previsti rilievi segnaletici ed accompagnati presso la Questura di Brindisi per essere sottoposte al provvedimento di espulsione dall’Italia da ottemperare entro 5 giorni.
Nell’ambito delle stesse indagini ed riscontro della continua permanenza nel territorio dello stato delle cittadine extracomunitarie, venivano rintracciate e tratte in arresto due delle quattro Georgiane per le quali era stato disposto il provvedimento di espulsione.
Le stesse venivano arrestate in ottemperanza al disposto art.14 comma 5 Legge 286/1998 poiché senza giustificato motivo e nonostante l’ordine di espulsione emesso dalla Questura di Brindisi, si trovavano ancora nel territorio Nazionale.

LO STALKING:
Giovanni DE BARI, metteva in essere altresì atti persecutori sia nei confronti di cittadine Georgiane, che di cittadine Italiane, cagionando in loro uno stato di ansia oltre che il timore di un pericolo per la propria incolumità personale e comunque tale da obbligarla a modificare alcune abitudini di vita. La maggior parte dei contatti telefonici che il medesimo aveva con le vittime, erano tutti a sfondo sessuale ed ingeneravano nelle donne contattate così tanto terrore da indurle a spegnere per giorni il proprio telefono o addirittura a cambiare utenza.

LO SPACCIO DI SOSTANZE STUPEFACENTI:
L’attività d’indagine ha dimostrato come il DE BARI oltre a gestire un traffico illecito di cittadini stranieri , era dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti – nella fattispecie HASHISH.
I panetti di stupefacente venivano reperiti nel capoluogo Jonico, dopodichè suddiviso in dosi e distribuito anche nel centro abitato di Oria; non a caso, infatti, durante il periodo delle investigazioni, lo stesso DE BARI veniva tratto in arresto in flagranza di reato poiché aveva appena ceduto delle dosi di hashish ad un quarantenne oritano. Durante la perquisizione eseguita all’interno dell’abitazione del DE BARI, venivano rinvenuti ulteriori grammi di 10 della medesima sostanza, già suddivisa in dosi.

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