martedì 20 settembre 2011

In nome della legge di un giudice di rispetto.

Alle soglie del nuovo millennio la nostra città fu il set del film "Un Giudice di rispetto", opera diretta a quattro mani da Valter Toschi e dal maestro Bruno Mattei con la partecipazione di alcuni ottimi attori (Philippe Leroy, Orso Maria Guerrini) e di tanti altri nostri concittadini "prestati" alla macchina da presa.

Ricordo l'entusiasmo con cui fu accolta la notizia, la curiosità all'inizio e durante le riprese, la partecipazione ed il calore che tutta la città tributò all'intera troupe per due mesi e le stradine del centro storico trasformate in set.

Alla "première" del film su un piazzale Antoniano gremitissimo, era talmente tanta la voglia di vedere immortalata sul grande schermo Oria ed i suoi "attori per un giorno" che - personalmente - passai sopra ad alcuni evidenti errori, incongruenze nella trama che raccontava, ambientandola negli anni '70 una storia fuori dal contesto e dal sapore troppo retro'.

Non è mancata occasione da allora, di rivedere quel film e di sentir parlare da parte della Pro Loco -
che tante energie umane aveva investito nella lavorazione del film - del maestro Mattei (scomparso qualche anno fa) e della sua opera come di qualcosa di unico ed un occasione promozionale per il paese.

"L'opera" oltre ad Oria e dintorni non ebbe grande fortuna commerciale, proiettato a Roma, Bologna e Milano in un solo week end, fu visto (e dimenticato) da pochissimi spettatori. Immesso nel circuito internazionale con il titolo "Outsider", partecipò all'edizione 2000 del Festival di Locarno nella sezione dedicata ai film di serie B (...) King's Of the B's, giungendo terzo (su tre).

Il sito del Festival al proposito diceva "
However, Un Giudice di rispetto is a diffrent story, a film which deserves to be in the "Z" category. What is worse is that the Bruno Matti lent his name and time to the editing, supervision and editing of this film. To be fair, the film was strong for the first half hour, but dismal afterward" che tradotto suona così "Tuttavia, Un Giudice di rispetto è una storia diversa, un film che merita di essere nella categoria "Z". Quel che è peggio è che Bruno Mattei ha prestato il suo nome e il tempo per la supervisione e il montaggio di questo film. Per essere onesti, il film è stato forte per la prima mezz'ora, triste dopo."

La critica artistica è soggettiva ma questo film oggettivamente è brutto.
Ciò che da ancora più fastidio è scoprire che all'epoca siamo stati tutti -
a vario titolo - abbindolati da chi al solo fine di incassare il contributo statale per la cinematografia, ha sfruttato la voglia, l'entusiamo, l'ingenuità di quanti hanno creduto in un film che è in realta un ignobile plagio di un film del 1948 "In nome della legge" di Pietro Germi, sceneggiato addirittura da Mario Monicelli e Federico Fellini (...). Qui non si parla di similitudini tra le storie, l'unica cosa che i "maestri" Toschi e Mattei hanno cambiato sono stati nomi dei personaggi e spostato le lancette dell'orologio dal primo dopoguerra ai primi anni '70.

Qui di seguito ho montato alcune scene prese a caso dall'opera del Mattei (che per la cronaca ha diretto perle del calibro di "Le Notti Porno del Mondo") seguite da quelle originali del maestro Germi: il plagio è più che evidente.

Fa specie pensare che all'epoca i maestri (mentre confezionavano il plagio) furono omaggiati, riveriti, ospitati dalla città girando un film (...) a costo bassissimo ed intascando il contributo ministeriale per il sostegno alla cinematografia che (se non ricordo male) fu di qualche centinaio di milioni di lire.
Lascio a voi ogni considerazione.



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