Futuro incerto per le tigri del Bengala e gli altri animali.Appello del direttore, la Curia alla ricerca di un gestore
di Marcello Orlandini, Corriere della Sera.it - foto http://mesagnesera.mesagne.me/
C’è aria di crisi, allo zoo di Oria, il primo fondato in Puglia. Non è certo l’unico momento di difficoltà in cui si è imbattuto Eugenio Weidmann, l’ex domatore di origini svizzere che ha portato avanti il piccolo bioparco per ben 36 anni. E’ stanco Eugenio Weidmann, ed è stanca anche sua moglie Edith Schickler. Solo la passione e il forte legame con gli animali impedisce loro di lasciare quel luogo, che hanno contribuito a far nascere ed al quale hanno dato tutto.
Eugenio Weidmann ha 82 anni e questo conta parecchio quando ogni giorno dalle prime ore del mattino - e quante volte anche di notte - si ha a che fare con tigri, leoni, scimmie, canguri, cammelli, ippopotami, mufloni, rettili e volatili di ogni tipo. Ma il direttore dello zoo di Oria non molla e risponde così alle voci che prevedono un suo imminente ritiro: «Non è affatto vero - dice Weidmann al Corriere del Mezzogiorno - sono tutte storie ». La moglie chiarisce: «Non abbiamo intenzione di andare via. Ma ci sono problemi da risolvere e abbiamo bisogno di aiuto».
Come sempre, ne hanno parlato con l’amministrazione dell’ente religioso proprietario della struttura, e la ricerca di soluzioni è stata avviata. E’ probabile che lo zoo di Oria giunga perciò presto alla prima svolta della sua storia, cominciata nel 1963 quando all’ex uomo di circo (lavorò anche con la famiglia Togni) fu affidato il nascente parco degli animali del Santuario dei Santi Medici. I religiosi nelle cui competenze ricade il piccolo ma visitatissimo bioparco hanno già avviato i contatti per cercare una nuovo gestore. «Qualcuno che abbia ovviamente le competenze e le risorse per farlo», dice l’economo don Vito Cavallo. «Ma è prematuro parlare di una soluzione. Tutto è in fase di elaborazione, in fase embrionale». Ma qualche contatto c’è già stato? «Sì, anche con lo Zoosafari di Fasano e con altri interlocutori. Vedremo».E’ vero che c’è un progetto per fare dello zoo un vero e proprio bioparco? «Vedremo. Dovremo verificare i nostri programmi con quelli di eventuali soggetti interessati. E’ tutto ancora in una fase molto indefinita. Dovremo risentirci».
E’ vero, lo zoo di Oria è in cerca di un nuovo gestore, magari anche con la possibilità che Weidmann resti al suo posto. Non sarà facile trovarlo. Sembra che la società dello Zoosafari per ora non sia interessata. Bisognerebbe destinare all’operazione un grosso investimento, e alla Selva pare non interessi una dependance a soli 40 chilometri di distanza. Il futuro delle 5 tigri del Bengala e degli altri animali di Weidmann è ancora incerto. Forse per la prima volta. L’arrivo di nuovi ospiti per i recinti è stato bloccato. E come se non bastasse, l’acqua che alimenta la rete di servizio è diventata salmastra. Molte criticità da gestire, in quel piccolo bioparco di cui i giornali hanno parlato soprattutto solo in occasione delle innocue, quasi romantiche fughe di un orango e di una leonessa.
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