lunedì 20 giugno 2011

Il sindaco di Oria già sotto pressione deve cedere ai rampanti. Assieme all’Udc


di Marcello Orlandini, 20.6.2011, www.brindisireport.it

L'assessore lo decidono i due eletti e non il partito di Casini, pena la tenuta della risicata maggioranza. Anche Curto costretto a mediare con la sezione, che è molto arrabbiata

Già alle prese col primo grosso grattacapo la nuova giunta di Oria, guidata dal sindaco Cosimo Pomarico. Maggioranza che sta peggio dell’ultimo governo Prodi in quanto a numeri (nove compreso il sindaco contro otto), e che se se si potesse utilizzare la precisione della rosa dei venti anche in politica si potrebbe definire di centro-centrosinistra.

Ma è proprio al centro la sofferenza che minaccia Pomarico sin dai primi passi. Sofferenza accentuata stamani da una nota del coordinatore provinciale dell’Udc, Euprepio Curto, che è sempre stato un forte sostenitore di Massimo Ferrarese, e quindi anche dell’operazione Pomarico che di Ferrarese è diretta espressione. Ma da quelle fila è arrivata la stilettata al petto dell’ex senatore di An e attuale consigliere regionale del partito di Casini.

I primi due eletti della lista Udc alle comunali, Francesco Biasi e Tony Fullone, infatti, starebbero per passare armi e bagagli al movimento di Ferrarese, Noi Centro, ma non prima di avere imposto a Pomarico la persona cui affidare la delega ai Servizi sociali a nome dell’Udc, vale a dire Cosimo Di Giovanni, quarto in ordine di preferenze, mentre il partito aveva indicato senza esitazione il terzo in quest’ordine, vale a dire Barsanofio Chiedi.

Il paradosso è stato sottolineato dal segretario Dario De Simone e dal direttivo della sezione dell’Udc di Oria in una lettera al sindaco in cui si chiede di porre senza indugio rimedio alla situazione. Il nome indicato dal partito è quello di Chiedi, mentre Follone e Biasi non sono né dirigenti, né iscritti all’Udc. Allora come si spiega l’udienza ottenuta dai due presso Pomarico? Con la minaccia di fare mancare da subito la maggioranza alla nuova amministrazione? I due eletti sono loro, l’Udc di fatto sarebbe fuori se la coppia passasse alla lista Ferrarese.

Ma c’è davvero il rischio che si consumi un gravissimo incidente tra Euprepio Curto e il presidente della Provincia? Non pare proprio, dal contenuto della nota diffusa stamani da Curto, che pare più un rimprovero ai suoi ad Oria che una reprimenda a Pomarico: “Intendo promuovere un incontro tra la dirigenza locale dell’Unione di Centro e il sindaco Cosimo Pomarico al fine di chiudere definitivamente, e per quanto possibile positivamente, una vicenda – scrive infatti Curto – che rischia di macchiare una vittoria elettorale a cui l’Udc ha contribuito soprattutto con il grande senso di responsabilità dimostrato dalla dirigenza locale”.

“Non può sicuramente essere una nomina assessorile a mettere in discussione un progetto politico a cui l’Udc ha creduto e tutt’ora crede, e quindi l’alleanza e la lealtà di coalizione col sindaco Pomarico”. Quindi l’Udc locale dovrebbe ingoiare il grosso rospo, a meno che non trovino forme compensative dello smacco.

Poi la critica, che dovrebbe essere anche autocritica perché figuriamoci se la lista non è stata approvata anche dal coordinatore provinciale.“ Semmai la vicenda di Oria dovrebbe far riflettere molto sul rapporto tra partiti ed eletti. Un rapporto che per essere virtuoso dovrebbe poggiare su regole condivise, pena lo strapotere degli eletti nei confronti dei partiti. Ai quali, in tal caso, resterebbe una sola arma: un maggior rigore, costi quel che costi, nel procedimento di formazione delle liste “. Ma il ricatto politico quando i numeri sono decisivi è lo sport nazionale anche in Parlamento. Per cambiare bisognerebbe dimostrare ai chi lo pratica che la politica è una cosa seria, e andare a votare di nuovo. Se non si fa così, tutto è inutile, sermoni inclusi.

1 commenti:

cassandra ha detto...

..e ha ragione il senatore Curto, quando afferma:"maggior rigore nella formazione dlele liste".
Ma forse che quella lista non è stata fatta con il suo beneplacito? ma forse che quella lista, così come è stata fatta, incontrava , diciamo, il gradimento di Ferrarese and Company? Non conosceva forse il senatore Curto, i trascorsi politici di qualche eletto? Troppo comodo ora tirare le orecchie al direttivo dell'UDC, visto che secondo quanto si dice in piazza, è stato costretto a fare quello che Curto voleva.Si dice che altre erano le intenzioni di quel gruppo. Io non conosco bene i fatti, però stando alle voci di piazza...finchè non verranno tagliati fuori i grossi nomi di politici che si dicono esperti, queste situazioni si verificheranno sempre.

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