venerdì 11 gennaio 2008

Impatto all'alba Lancia Y sotto un tir

di Eliseo Zanzarelli, Senzacolonne, 11.1.2008

Viaggiava in tutta tranquillità oco prima dell'alba la Lancia Y conotta dal 24enne manduriano Florenzo Fanuli, quando verso le 5 del mattino, lungo il rettilineo della interprovinciale Oria-Manduria, dall'ampia cancellata dell'azienda di calcestruzzi "Prefabbriati Pugliesi" è sbucato un autoarticolato - alla guida un esperto manovale di mezza età -, che il conducente della vetura di piccola cilindrata non ha fatto in tempo ad evitare. A bordo dell'auto assieme al conducente c'erano la ragazza, sua coetanea originaria di Sava, Valeria Maestretti, ed il 26enne amico manduriano Francesco Perrucci, il quale, seduto accanto al guidatore, dormiva appena prima dello schianto. Trenta giorni di prognosi a testa per i tre ragazzi: fratture multiple agli arti inferiori per il primo, al bacino per la seconda, entrambi ricoverati al Camberlingo. Rottura di un femore per il terzo, attualmente ricoverato presso l'ospedale di Manduria.
I tre amici erano di ritorno da una serata trascorsa a casa di comuni amici a Latiano e si apprestavano a rincasare. Ma, poco fuori del centro abitato oritano, si sono trovati ad impattare contro il grosso Iveco. L'utilitaria, nonostante la lunga frenata d'emergenza, è finita sotto il braccio del rimorchio del pesante mezzo impiegato per il trasporto eccezionale, rimanendovi incagliata. Tant'è vero che per estrarre i passeggeri dalle lamiere contorte si è reso necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco. Tirati fuori dall'abitacolo, ormai irriconoscibile, i ragazzi sono stati trasportati presso i vicini ospedali di Francavilla, il conducente e la sua ragazza, e Manduria, il passeggero.
Tutte ancora da accertare le responsabilità dello spettacolare sinistro, sebbene, a seguito dei primi rilievi effettuati sul posto dai carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana, sia emerso che l'auto viaggiasse a velocità sostenuta, ben oltre il limite che in quel punto è di 50 chilometri orari e che l'autoarticolato avesse nell'occasione accese e perfettamente funzionanti tutte le luci d'ingombro, quelle cioè utili a segnalarne 1'ingqinbiante presenza. Resta da chiarire quale tra i conducenti dei due mezzi non,abbia agito con le dovute attenzione e prudenza alla guida.
Avrebbe potuto trattarsi di un impatto fatale per i tre ragazzi, che invece se la dovrebbero cavare con 30 giorni di prognosi a testa. Una serata allegra protrattasi fino a notte fonda, quella dei tre amici, fortunatamente non trasformatasi in tragedia, lungo un tratto stradale notoriamente pericoloso, disseminato com'è di accessi ad abitazioni ed aziende, e non nuovo a simili vicende, verificatesi spesse volte a causa di distrazione, superficialità o imperizia dei conducenti.

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