lunedì 3 ottobre 2011

Il Tar in difesa delle quote rosa, azzerata la giunta comunale

Per i giudici non è stato violato solo lo statuto del Comune di Oria, nel brindisino, ma anche la Costituzione. Il sindaco si difende: "Ci abbiamo provato, tutte le donne contattate hanno rifiutato"

di SONIA GIOIA, www.bari.repubblica.it

Per la prima sezione penale del Tribunale amministrativo regionale di Lecce, nessun dubbio: la giunta di Oria è da rifare, nel rispetto delle quote rosa, come recita lo statuto comunale e come impone il decreto legislativo del 18 agosto 2000 che promuovere "la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali del comune e della provincia". Il pronunciamento del Tar, collegio presieduto da Antonio Cavallari (Luigi Viola, consigliere estensore, Massimo Santini referendario), arriva dopo il ricorso presentato da quattro donne, Serenella Molendini (consigliera regionale Pari opportunità), Antonietta Perrucci (Udc), Vittoria Filomeno (Pd), Simona Di Bella (Udc), rappresentate e difese dall'avvocato Carlo Caniglia.

Nell'articolato ricorso presentato al Tar le firmatarie obiettano il mancato rispetto delle quote rosa nella giunta nominata agli inizi di giugno dal sindaco neo-eletto Cosimo Pomarico, di centrosinistra: cinque assessori, tutti maschi. La giustizia amministrativa ha dato loro ragione. In sede di sospensiva dei decreti di nomina degli assessori e di attribuzione a suo tempo firmati dal primo cittadino, il Tar obietta che quella lesa è una previsione costituzionale. Scrivono infatti nel dispositivo i giudici della prima sezione del Tar salentino, che, "indipendentemente da ogni problematica relativa all'interpretazione della previsione dell'articolo 2, terzo comma dello Statuto del Comune di Oria, la presenza in giunta di almeno un componente di sesso femminile appare garantita dalle previsioni degli articoli 51, primo comma della Costituzione, e 6, secondo comma del decreto legislativo del 18 agosto 2000, numero 267".

"Ci abbiamo provato - ha obiettato il sindaco Pomarico - ho chiesto personalmente ai partiti di indicarmi almeno una donna, purché avesse caratteristiche inequivocabili di competenza nel ramo dell'amministrazione che avrebbe occupato, così come ho chiesto che fosse per tutte gli assessori designati. La ricerca non ha avuto gli esiti sperati, non certo per mancanza di figure femminili all'altezza del compito, ma tutte le persone contattate hanno declinato l'invito a causa di altri impegni, famigliari e professionali".

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