venerdì 20 agosto 2010

“Ma quale boa, quella serpe non farà del male a nessuno”

testo e foto www.senzacolonne.it

“Dire che quello è un boa è come scambiare un gatto per una pantera. Non so davvero chi possa aver preso un abbaglio simile, ma siamo di fronte alla solita leggenda metropolitana”. Davide Gallus, 39enne titolare in città di un rinomato negozio di animali, tra i serpenti ci ha trascorso metà della sua vita. Li conosce, li alleva, li studia e adesso ci campa pure. Il che basta e avanza come curriculum per credergli sulla parola: non c’è nessun “boa costrictor” che s’aggira per le cantine della città. Quello trovato alcune sere fa comodamente assiso su una panchina di via Manduria, a un passo dalle centralissime e affollate piazze Manfredi e Lorch, non era che una comunissima e innocua serpe del posto, di quelle che sovente si scorgono strisciare tra i massi nelle campagne, o spiaccicate sull’asfalto dagli spietati pneumatici di qualche auto di passaggio.
Tutto qui: ne più ne meno. A dare tanta sicurezza a Gallus, oltre alla descrizione del rettile fornita dai pochi testimoni che l’hanno visto spostarsi dalla panchina verso il portone di un locale abbandonato, anche i rari scatti registrati dalle videocamere dei cellulari.

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