giovedì 3 novembre 2011

Scempio a Oria campo di calcetto sull'antica necropoli

di Eliseo Zanzarelli, www.lagazzettadelmezzogiorno.it, 1.11.11

C’è una storia controversa che di tanto in tanto riaffiora e si arricchisce di nuovi particolari. È quella del campo di calcetto costruito presso il Seminario vescovile ormai più di cinque anni fa dopo lo smantellamento di una necropoli messapica, probabile testimonianza dei gloriosi fasti di Oria ai tempi della “Dodecapoli”. della vicenda si sono occupati anche “Lo Strillone” (pubblicando foto e retroscena inediti) e l blogger Franco Arpa.
Gli anni passano, ma i motivi precisi per i quali un impianto sportivo abbia potuto sostituire in toto un’area archeologica non sono affatto chiari. Eppure, a sovrintendente dell’epoca, Angela Grazia Maruggi con un’appassionata perizia tecnica, nel 2002 aveva chiesto finanziamenti al Ministero ai Beni culturali per perfezionare gli scavi e procedere alla catalogazione dei reperti. La dottoressa Maruggi, però, dovette abbandonare l’incarico per motivi di salute e da quel momento in poi accadde davvero di tutto. La grotta in cui i Messapi avrebbero celebrato funzioni religiose - con tanto di tunnel che collegava il piazzale del Seminario a piazza Giustino De Jacobis, poco più in là – scomparve durante i lavori di riqualificazione del centro storico. La Sovrintendenza - ancora in attività Maruggi - aveva disposto che quell’antro fosse reso fruibile grazie anche all’apposizione di lastre in cristallo all’imbocco delle due aperture: i residenti dalle parti delle Poste ricordano bene come quei pertugi siano stati chiusi dall’oggi al domani. Chissà che quel tunnel, o magari qualche altro simile, non si collegasse alla presunta reggia messapica la cui esistenza è stata ipotizzata dopo il ritrovamento, alle soglie della scorsa estate, di un mosaico nel cortile della Curia. La scoperta dell’attività di smantellamento avvenne quasi casualmente, quando un bel giorno Franchino di Noya notò delle crepe sulle pareti di casa della madre, che sorge proprio alle pendici del giardino dei seminaristi, così protesto in Comune. Sul posto giunse il dirigente Utc Pietro Incalza, che nella fase d’istruzione della pratica per l’eventuale rilascio dell’autorizzazione a costruire il campetto – presentata da don Angelo Altavilla e controfirmata dal vescovo Marcello Semeraro - aveva annotato «parere favorevole a condizione che la recinzione non superi l’altezza di...» (l’autorizzazione, per la cronaca, non sarebbe mai stata rilasciata). Quindi fu avvisata la Sovrintendenza. Il dirigente ad interim Giuseppe Andreassi scrisse di un placet verbale espresso a suo tempo dalla Maruggi. Oggi sono comunque ancora tanti gli interrogativi: i reperti sono stati catalogati e se sì, dove si trovano? Perché lo smantellamento e non l’interramento? E pensare che nel 2005 la Procura - acquisita la notitia criminis da un esposto - aveva anche aperto un fascicolo, ma il caso fu inspiegabilmente archiviato.

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