lunedì 7 novembre 2011

Strana telefonata dietro quel delitto

Sabato 5 Novembre 2011, www.senzacolonne.it

Nei momenti concitati successivi all’aggressione costata la vita a Mario Nania, ex capo tecnico dell’ospedale di Francavilla, Michele Carbone, vicino di fondo e imputato con l’accusa di omicidio, avrebbe cercato di mettersi in contatto con i carabinieri: il retroscena emergerebbe dalle intercettazioni avvenute nella sala colloqui del carcere e secondo la difesa avrebbe avuto importanza per arrivare ad escludere la volontarietà dell’azione scaturita da un litigio avvenuto a Oria, in contrada Pasquini il 9 aprile 2010, per il rumore di una motosega usata per potare gli alberi di ulivo. La telefonata. Ieri mattina, davanti alla Corte d’Assise di Brindisi, gli avvocati difensori di Michele Carbone, 58 anni, e del figlio, Francesco, 19 anni (imputato anche lui per lo stesso fatto-reato) hanno chiesto l’ammissione al rito abbreviato per entrambi dopo che, la scorsa udienza, il sostituto procuratore Milto Stefano De Nozza ha modificato il capo di imputazione nei termini di concorso morale e non già materiale – come era stato contestato inizialmente – del ragazzo su istigazione del genitore.
E in subordine hanno domandato l’ammissione di “nuove prove”, prima fra tutte quella legata all’esperimento giudiziale sul telefonino cellulare in uso a Michele Carbone perché è da quell’apparecchio che sarebbe partita una chiamata al numero di pronto intervento dei carabinieri. O meglio, ci sarebbe stato un tentativo.

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