sabato 23 luglio 2011

Il castello di Oria non sarà ridotto a un ristorante

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Il castello di Federico II, simbolo della città, monumento nazionale, vestigia antica del passaggio di uno fra gli uomini più influenti della storia, non sarà più ridotto a un gran bel ristorante, così come chiesto dai nuovi proprietari: la famiglia Romanin Caliandro della “Borgo Ducale srl”. Lo ha deciso ieri il Tar di Lecce, esprimendosi sul ricorso presentato proprio dagli stessi nuovi “inquilini” contro l’opposizione del Comune di Oria al rilascio di una licenza di tipo “A”. L’avevano chiesta lo scorso 28 aprile all’attuale dirigente del settore attività produttive Emilio Dell’Aquila. Volevano ricavare nel cuore di un pezzo di storia, di un patrimonio dell’umanità, sale da pranzo da destinare a sontuose cene di gala ed eventi.
Niente da fare, è stata la risposta del Comune. E anche il Tar, verdetto alla mano, ha ritenuto illegittima la richiesta degli imprenditori brindisini. “Il bene in questione – scrivono i magistrati – rientra in zona omogenea A, destinata ad ‘attrezzature di interesse collettivo’” e “l’attività di ristorazione non è un’attrezzatura di interesse collettivo”. Solo questo.
Eppure, nel pronunciamento del Tribunale, i Roman Caliandro ci speravano. Erano sicuri delle loro carte e comunque, per non trovarsi di fronte a nuove e sgradite sorprese, dopo aver impugnato il diniego del Comune si sono affidato a uno dei migliori studi legali sulla piazza. La pratica per i ricorrenti è stata seguita passo dopo passo dagli avvocati Antonio e Pietro Quinto. A fare le veci del Comune, invece, c’era l’avvocato Pietrantonio De Nuzzo. Alla fine è stato lui a spuntarla. Lui e il comandante del vigili urbani Emilio Dell’Aquila, dirigente del settore Attività produttive, che era certo di aver agito nel giusto e nel pieno rispetto delle regole negando il rilascio dell’autorizzazione sulla base delle stesse motivazioni supportate ieri dai giudici amministrativi.
Per i nuovi proprietari del castello, che ben lungi dall’arrendersi impugneranno probabilmente il verdetto del Tar davanti al Consiglio di Stato, quella abbattutasi ieri sulla loro testa è l’ennesima tegola da quando sono entrati in possesso del castello.

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