lunedì 5 novembre 2007

Salvalarte a Oria per salvare l'arte di Oria. Atti dell'incontro

L'ARCHITRAVE DEL SACELLO DI SAN BARSANOFIO, INNALZATO DAL VESCOVO ORITANO TEODOSIO NELLA SECONDA META' DEL IX SECOLO E IL BALCONE DEI CELESTINI DEI PRIMI ANNI DEL XVII SECOLO.
prof. Giuseppe D'Amico
foto rimossa
L'Anonimo Autore della NARRATIO HISTORICA (seu Vita Vescovi Beati Teodosii), parlando di questo grande Vescovo di Oria, così scrive: "Teodosio nacque in Oria il 14 agosto dell'814 dal Protospatario e Stratega di Messapia, Leonico, e da Eufrasina. Compiuti i primi studi presso lo zio monaco Niceforo nel locale Monastero di San Basilio, si recò insieme ai fratelli Eustino e Michele a Costantínopoli per ricevere un'educazione scolastica superiore. Stando a Corte, Teodosio sì fece pprezzare moltissimo dall'Imperatrice Teodora per la sua cultura e profonda preparazione religiosa ma quando questa fu spodestata per la sua politica anti iconoclasta, Teodosio, temendo per la sua stessa vita, nell' 854 decise di rientrare in Oria con i suoi fratelli. Qui restando, Teodosio fu scelto a guida della Chiesa oritana, distinguendosi subito per le sue attività pastorali con il ritemprare la fede dei suoi concittadini e la morale del clero locale." A questo Anonimo Autore della Narratio historica, fanno riscontro sia quello dello SPICILEGIUM CASSINENSE che quello degli ACTA SANCTORUM che si soffermano in particolar modo su altri aspetti ed altre attività di questo eccezionale Vescovo, come le due missioni diplomatiche compiute a Costantinopoli comne "Legato pontificio" , il Sinodo pastorale della Chiesa oritana, la devozione verso le Reliquie dei Santi, tra cui quelle dei Santi Crisanto e Daria, che trasportò da Roma e quelle di San Barsanofio Abate ed, infine, la costruzione di Chiese e di Sacellì, di cui, purtroppo, non è rimasto altro che qualche spuntone archeologico, consistente in qualche Architrave, in qualche Colonna e in qualche Epigrafe. Dette queste poche parole sulla Persona e sull'attività pastorale del Vescovo Teodosio, entro nel merito per cui LEGAMBIENTE, che promuove a livello nazionale questa nobile attività culturale, significativamente denominata "SALVALARTE", oggi, 03 novembre 2007, è presente nella nostra città. E' presente perché vuole, grazie al suo sostegno organizzativo e finanziario, rendere visibili due Monumenti (in verità due "relitti" archeologici): Uno altomedievale, perché risale alla seconda metà del IX secolo ed uno più recente, perché risale ai primi anni del XVII secolo. Entrambi questi monumenti, grazie a SALVALARTE, potranno così essere salvati e tirati fuori dal degrado, oltre che dall'oblio, in cui versano a causa dell'inclemenza del tempo o del vandalismo umano ed essere fruiti dall'intera cittadinanza. Il Monumento altomedievale in questione è un Architrave che vediamo inserito nel lato Nord della Chiesa parrocchiale di San Francesco di Paola, proveniente dal tempietto che il Vescovo Teodosio aveva fatto innalzare in quello stesso luogo per accogliervi i resti del Corpo di San Barsanofio Abate. - Tale Architrave, che si presenta spezzato sul lato sinistro, misura cm. 45 di larghezza e cm. 165 di lunghezza e raffigura due pavoni affrontati, davanti ai quali si innalzano un rametto di vite a sinistra e una palmetta a destra. Il centro è occupato da una croce nei cui quattro angoli, che i bracci della stessa formano, si sviluppa un tralcio originato da un altro tralcio ricurvo e composíto. La decorazione, simile grosso modo ad altri spezzoni e frammenti, quali la Mensola collocata nella parete dell'atrio del Palazzo vescovile di questa nostra città e il Paliotto marmoreo, ugualmente decorato con croce e foglie di vite assai stilizzate, collocato nella parte inferiore dell'altare della 260 Cappelletta della Torre dello Sperone del castello svevo, fa parte di una iconografia bizantina, diffusasi intorno alla metà del IX secolo, sia in Occidente, precisamente nel Ravennate, come testimonia un bellissimo Sarcofago dell'Arcivescovo Teodoro, che in Oriente come, per fare degli esempi, testimoniano e la Chiesa di S. Gregorio di Tebe e la Chiesa della Vergine Maria a Skripou. Il Monumento più recente, risalente alla metà del XVII secolo è un bellissimo BALCONE in stile barocco, che ha fatto bella mostra di sé a tutti i Cittadini fino al 1910, inserito com'era nella facciata principale del Convento dei Celestini, annesso al quale la Baronessa oritana, Donna Filippa de Cosenza, aveva fatto costruire nel 1344 una Chiesa che aveva voluto dedicare a S. Giovanni Battista. Purtroppo, col passare dei secoli, la facciata di questa Chiesa rovinò e i Monaci Celestini che risiedevano nel Convento accanto, pensarono opportuno di innalzare una nuova facciata che, ovviamente, non poterono innalzarlo se non seguendo i criteri e i canoni artistici della scuola barocca, data l'epoca in cui questa si andava diffondendo in Italia e all'estero. Si era, infatti, al 1613, come ricorda un'epigrafe posta, all'interno di questa Chiesa. Che il suddetto balcone sia stato costruito in questo stesso periodo in cui i Celestini innalzavano la facciata della Chiesa, può esserci suggerito dal fatto che il Convento, poiché fondato intorno alla metà del XIV secolo, cioé al tempo della Baronessa Filippa di Cosenza, non poteva avere un'opera barocca ma che, essendovi, questa non può che datare il primo decennio del XVII secolo, intendendo i Monaci Celestini congiungere armonicamente e stilisticamente il vecchio edificio monastico alla facciata barocca della suddetta Chiesa. Scomparsi i Celestini e incamerati i beni ecclesiastici da parte del governo, al tempo dell'UInità d'Italia, il Convento, intorno al 1910, fu abbattuto per dar posto all'edificio della Scuola Elementare "Edmondo De Amicis." Fu risparmiato soltanto questo bellissimo Balcone, data la sua grazia e la sua compostezza artistica. Fu così smontato pezzo per pezzo e ricostruito all'interno dell'atrio della Scuola Elementare, per essere distrattamente guardato dagli Scolari che vi frequentano e poi dimenticato per sempre.

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