mercoledì 10 ottobre 2007

Cala il sipario sulla vicenda del castello svevo di Oria.

(fonte La Gazzetta del Mezzogiorno, 10.10.2007)

È calato definitivamente il sipario sulla vicenda del Castello Svevo. Con il Consiglio comunale monotematico della sera del 14 agosto scorso, è calato mestamente il sipario sulla compravendita del Castello Svevo, sulla quale si è sviluppato un acceso dibattito che ha diviso l'opinione pubblica oritana sul dilemma cornuto: «Pubblico o Privato?». Non poteva, ovviamente, mancare l'autorevole intervento del sindaco Ferretti che, novello eroe del Servantes, lancia in testa, si è lanciato nella mischia è, pugnando contro i mulini a vento prometteva agli oritani - non perde mai il vizietto delle promesse - che il castello sarebbe ritornato di proprietà del Comune, dopo la famosa ed opportuna vendita avvenuta nell'anno di grazia 1933 tra il Podestà dell'epoca ed il Conte Giuseppe Martini Carissimo che, grazie alla sua munificenza, riportò lo storico maniero, semidistrutto dal ciclone del settembre 1897, all'antico splendore.
Assemblee popolari, consigli monotematici, conferenze di servizio, puntualmente snobbate dai rappresentanti della Regione, viaggi a Roma, dove riceveva illusorie promesse non certo dal ministro, che non l'ha mai ricevuto, bensì da suoi rappresentanti e, mentre il sig. sindaco si agitava a Roma «Sagunto veniva espugnata».
II contratto di compravendita veniva regolarmente stipulato. Ma il «Sindaco Guerriero» non si arrende e lancia un altro focoso proclama alla cittadinanza che comincia a divertirsi. Non è finita; nelle trattative intercorse tra la Famiglia Martini Carissimo e l'acquirente Romanin Caliandro s.r.l., afferma il Sindaco, vi sono zone d'ombra che dovranno essere illuminate dalla Magistratura. Questa la sostanza del proclama. È proprio il caso di dire «Se non di questo di che pianger suole?». Non si può non comprendere e plaudire al fervore, all'entusiasmo, all'attaccamento degli Oritani al castello che considerano «loro» anche se da 74 anni circa è «privato». Debbo confessare che anche io sono particolarmente legato al castello, ove ho trascorso i migliori anni della mia giovinezza, da studente, prima, nella Torre quadrata, con il fraterno amico Gennaro abbiamo studiato per affrontare e superare gli esami di maturità classica, da legale della famiglia Martini Carissimo dopo.
Oggi i proprietari sono cambiati. Non conosco personalmente il Sig. Romanin che mi riservo di incontrare nella mia espressa qualità di rappresentante nazionale e provinciale delle Pro Loco. Posso, però, assicurare che, da fonte degna di fede, ho appreso che trattasi di un imprenditore molto serio, onesto, capace, che saprà prendere tutte quelle iniziative idonee a potenziare il turismo in Oria, con particolare riferimento al castello. Il sig. sindaco, quindi, si metta l'anima in pace e si preoccupi, invece, dello stato di degrado, dei gravi problemi che assillano la nostra Città. A Palazzo di Città, appropriatamente battezzato il «Palazzo dei veleni», trasformato in un'autentica Torre di babele, l'aria è diventata irrespirabile: gli impiegati, sono disorientati, in balia del «Capo di turno», preoccupato soltanto di fare proselitismo politico in barba alla buona amministra
zione, i servizi sono carenti ed i cittadini ne soffrono enormemente, la Polizia urbana è ridotta a lumicino, si registrano fughe importanti (l'avvocato dopo pochi mesi rinunzia alla convenzione, il direttore generale ritiene opportuno dimettersi) i muri del palazzo di città sono imbrattati di scritte offensive nei confronti del sindaco, invitato ad andarsene a casa per scongiurare altri guasti al paese, volantini impietosi che inondano il paese e che contengono gravi accuse nei confronti di Ferretti e Compagni, Forza Italia si dissocia dalla maggioranza, l'on. Vitali, in relazione ad un suo comizio tenuto in un'affollatissima piazza Manfredi, pronuncia una dura requisitoria contro il sindaco Ferretti.
Un fatto è certo ed incontrovertibile: «I volantini sono stati opportunamente ignorati, le pesanti accuse dell'on. Vitali non sono state mai smentite dal Palazzo». Che c'è sotto? E intanto l'incrocio di Piazza Loreh, oltre a quello «maledetto» continua ad attentare all'incolumità dei pedoni perché non si ha la intelligenza di installare una colonnina spartitraffico.
Al di là delle polemiche, delle fazioni, degli atteggiamenti demagogici, e, comunque doveroso un sentito ringraziamento al presidente della Provincia, Michele Errico, ed all'assessore al Bilancio, Tani Roma, per il loro intervento presso le autorità competenti nel tentativo di agevolare l'esercizio del diritto di prelazione da parte del Comune.
Avv. Cosimo Iacovazzi - Rappresentante naz.le e prov.le delle Pro Loco

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