lunedì 22 ottobre 2007

"Morì dopo l'operazione, l'anestesia la causa"

(fonte Senzacolonne, 20.10.2007)

Fu l'anestesia a uccidere la 63enne Raffaella Ferretti, la donna che un anno fa morì improvvisamente nel suo letto d'ospedale, poche ore dopo una banale operazione al ginocchio sinistro, presso la clinica Bernardini di Taranto. A svelare la shockante verità, a un anno di distanza da quella tragica vicenda, è il medico legale Marcello Chironi, che effettuò l'autopsia sul corpo della donna, immediatamente dopo l'inspiegabile' decesso: "Gli esami tossicologici - ha spiegato - hanno subito messo in luce l'oggettiva responsabilità dell'anestetico nel decesso della donna. In particolare a causare la morte della paziente è stata l'iniezione del farmaco all'interno del canale vertebrale, e quindi del midollo spinale". Insomma, non fu un naturale malore casualmente sopraggiunto poche ore dopo l'intervento, a stroncare la vita della signora Ferretti. Fu l'anestesia a ucciderla. E su questo, oramai, non ci sono più dubbi.
Ciò che resta ora da capire è perché quel farmaco sia finito nel midollo spinale. Errore umano, o pura fatalità? A1 momento non è possibile appurarlo. Il compito di fare luce in merito alle eventuali responsabilità, sta ora tutto alla magistratura, che già poche ore dopo il decesso della 63enne, aprì un fascicolo, iscrivendo nel registro degli indagati ben quattro medici. Pesante il capo di imputazione a loro carico: omicidio colposo. Titolare del caso è da allora il pubblico ministero della Procura di Taranto Daniela Putignano. Lo stesso magistrato che incaricò il noto medico legale Marcello Chironi, di effettuare l'autopsia. Dall'apertura del caso ad oggi, è trascorso un anno intero. E qualche giorno di più. Ma il processo è praticamente arenato. L'intera documentazione relativa ai risultati dell'autopsia, non è infatti stata ancora depositata in tribunale. Un atto che sarebbe dovuto avvenire entro 90 giorni dallo svolgimento dell'esame, ma che per motivi di varia natura, sta richiedendo più tempo del previsto. Intanto lo stesso Chirone fa sapere che il magistrato Danila Putignano sta spingendo da diverso tempo per avere la deposizione dei documenti. Ragion per cui, entro poche settimane, i risultati delle analisi che potrebbero dare una concreta svolta alle indagini, saranno in mano alla magistratura. E il processo vero e proprio, potrà finalmente avere inizio, facendo luce su una vicenda drammatica e assurda, che non ha solo stroncato un'esistenza, ma ha anche devastato un'itera famiglia. Quella stessa famiglia che, da allora, cerca instancabilmente la verità.
Erano i primi di ottobre del 2006 quando Raffaella Ferretti, accompagnata dall'inseparabile sorella e da altri parenti, varcò l'ingresso della clinica Bernardini di Taranto. Quel ginocchio malconcio le stava infatti rendendo la vita impossibile, e per poter tornare a camminare agevolmente e senza acciacchi, avrebbe dovuto sottoporsi a un banalissimo intervento per ricostruire parte della cartilagine consumatasi nel tempo. Nulla di che insomma. Durante l'intervento non sarebbe stato interessato alcun organo vitale, ragion per cui, l'idea di possibili e serie complicazioni, non li aveva nemmeno sfiorati di sguincio. Lo sapeva Raffaella, e lo sapevano i suoi cari, che le sono sempre stati accanto. Tra loro l'amata sorella, che subito dopo la fine dell'intervento, era già al suo capezzale a prendersi cura di lei.
L'operazione, almeno di primo acchito, sembrava essersi conclusa perfettamente. Eppure, qualcosa era andato storto. Qualcosa di terribile, e di cui la sfortunata paziente non si era ancora resa conto. Anzi, le prime due ore successive al risveglio lasciarono presagire un immediata guarigione. Stava bene Raffaella infatti quella mattina, benissimo. Poi, improvvisamente, tutto è precipitato: senza alcun preavviso. Da un istante all'altro Raffaella Ferretti si è ritrovata a contorcersi nel letto in preda a dolori lancinanti, inspiegabili. Pochi
secondi di agonia, e poi più nulla. Da quel giorno maledetto, la sua famiglia è in cerca della verità. Vuole sapere perché la sorella, cugina, figlia, non è più tornata a casa. Perché una banale operazione al ginocchio, si è trasformata in una trappola mortale. Cosa è andato storto, e perché. Domande legittime, rimaste per mesi senza alcuna risposta. Ora però una piccola luce comincia a farsi intravedere. Quella morte, seppur priva di senso, oggi ha almeno una causa. Rimane da capire, ma per questo bisognerà attendere ancora per molto, se ha anche un responsabile.

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