mercoledì 15 luglio 2009

Influenza suina. Tre studenti oritani a York.

VALERIA CORDELLA ARCANGELI, La Gazzetta del Mezzogiorno, 14.7.2009

Una micro-epidemia della famigerata febbre suina sta seminando tensione in una comitiva di una cinquantina di studenti, molti dei quali pugliesi, andati in Inghilterra per una vacanza di studio. Pur se in assenza di notizia certe e soprattutto ufficiali, al momento risulta che almeno cinque ragazzi delle province di Brindisi e di Lecce siano tuttora bloccati nella cittadina di York dopo essere risultati positivi al tampone dell’AH1N1. Un’altra trentina sono invece già rientrati a casa. Degli altri sa sa poco.

«Ho visto i miei compagni di viaggio ammalarsi uno dietro l’altro. Ad alcuni la febbre è salita fino a sfiorare i 40 gradi. Hanno avuto diverse ricadute. Non riuscivano a ristabilirsi. Così lontani da casa per la prima volta... Ho avuto paura». Lucia, 16 anni, oritana, racconta al suo rientro la disavventura, e ricorda alla «Gazzetta» quei momenti di angoscia in cui con le compagne, nella cameretta con i letti a castello, commentavano quanto accadeva attorno a loro, nel college di York che le ospitava.

«Uno dietro l’altro, napoletani e romani... con una febbre da cavallo. Tra l’altro avevamo i servizi igienici in comune nei corridoi e la mensa dove ci ritrovavamo tutti - insiste la ragazza - il contagio era inevitabile. Siamo state fortunate, l’abbiamo scampata...». «Il sospetto che potesse trattarsi dell’influenza suina ci tormentava - prosegue - ma non osavamo parlarne con i nostri insegnanti».

Il gruppo di pugliesi era partito per York nel Regno Unito, il 30 giugno scorso. Una cinquantina circa di ragazzi tra cui certamente tre di Oria, quattro di Ostuni e almeno dodici della provincia di Lecce. Poi c’erano studenti da altre province pugliesi e lucane e dal resto d’Italia. La vacanza studio era stata organizzata dall’Inpdap a favore dei figli dei dipendenti.

Un gruppo di studenti è rientrato solo ieri in aereo, con il volo Londra-Bari, dopo un viaggio iniziato nella notte. I ragazzi risultati contagiati sono invece rimasti in Inghilterra. «In un primo momento abbiamo pensato tutti che la causa fosse la forte notevole escursione termica tra l’esterno, in quei giorni il caldo era davvero infernale e l’interno del college, nel quale funzionava l’aria condizionata - dice ancora Lucia - poi i sintomi sono diventati sempre più sopetti, e infine la prima diagnosi: era la febbre suina».

0 commenti:

Twitter Delicious Facebook Digg Stumbleupon Favorites More

 
Design by Free WordPress Themes | Bloggerized by Lasantha - Premium Blogger Themes | Sweet Tomatoes Printable Coupons