lunedì 24 maggio 2010

"Mago Manisco" nel Guinnes dei primati

www.senzacolonne.it, foto www.magomanisco.it

Un mago oritano nel ì Guinnes dei primati: e non è un’illusione. Il suo nome è Mimmo Manisco, in arte “Mago Manisco”. Ha solo 26 anni, ma può già vantare un record mondiale: venerdì, nella splendida cornice del casinò di Saint Vincent ad Aosta, ha inanellato assieme ad altri 62 colleghi un numero di esibizioni che mai nessun altro aveva portato in scena nel volgere di appena un’ora. Uno dopo l’altro si sono succeduti sul palco col proprio numero. Per battere il precedente record ogni gioco di magia non poteva durare oltre il minuto e mezzo e a lui è toccato il numero 21: “Avevo il cuore che mi batteva a mille – racconta il giorno dopo la storica performance –. Sentivo addosso la pressione di tutti. Avevamo a disposizione soltanto un errore, e dieci secondi per poter sforare i tempi. Io sono una persona generalmente emotiva, e non si può immaginare cosa ho sentito quando mi sono trovato davanti a tutta quella gente, ai giudici venuti da Londra del Guinnes dei primati, e alle telecamere della Rai. Ma mi sono fatto forza. Mi sono detto che mai un’altra simile occasione mi si sarebbe presentata, e alla fine è andato tutto liscio. Ho sforato di un secondo. Poi sono andati bene gli altri. Solo un professionista ha sbagliato. E alla fine abbiamo vinto”. A Mago Manisco, nonostante la tensione, è riuscita l’impresa di condensare in pochissimi secondi un numero, un gioco di carte, che solitamente richiedere 5minuti per la sua esecuzione. “Ne dovevo portare un altro ma era troppo lungo” precisa. Meglio. Tuttavia non sono proprio le carte il pezzo forte del giovane talento nostrano. “Io mi ritengo forte sull’apparizione di colombi – spiega –, sulle grandi illusioni, come dividere le donne in tre e cose simili”. Ma come ci arriva un illusionista oritano nell’olimpo della magia, e ora anche nel Guinnes dei primati? “Beh ancora non mi ritengo ‘arrivato’ – spiega Manisco –. Sono solo all’inizio e ho tantissimo da imparare. Non ho mai avuto maestri ed è cominciato tutto per caso.
Un giorno, da piccolo, i miei genitori mi regalarono un kit di magia del mago Silvan. Lì ho scoperto la passione, e ho cominciato a studiare da autodidatta, comprando libri, giochi, e perfezionandomi sempre di più. Poi sono stato inserito nel libro ‘Master of magic’, e questo mi ha permesso di poter prendere parte al tentativo di record di Saint Vincent”. Lì di re della magia mondiale, Manisco ne ha incontrati tanti. Tutti di un’umiltà inattesa. Fra loro, persino quel Mago Silvan, a cui Manisco deve in parte la scoperta del suo talento: “Ero a un tavolo e mi stavo esercitando in un close up di carte, quando ad un tratto si è avvicinato il mago Silvan. Si è messo accanto a me e ha corretto alcuni errori che stavo commettendo. E’ stato grandioso”. Questa sera, a Saint Vincent, ci sarà il gran galà per la chiusura della manifestazione: poi di nuovo tutti a casa, col bagaglio pieno di esperienze, e non solo: “Sinceramente ho dovuto prendere un sacco di aspirine perché qui viene il mal di testa con tutte le tentazioni che ci sono: libri, giochi, trucchi. Mi viene da comprare di tutto per diventare sempre più bravo, ma mi sono dovuto limitare”. Mimmo Manisco, per ora, non vive di magia. Lavora a Brindisi, presso l’Augusta, ma il sogno inchiodato in testa, è inevitabile quello: “Vorrei diventare un professionista della magia. Ci sto lavorando con serietà e dedizione. Spero un giorno di riuscirci”.

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