giovedì 13 maggio 2010

PROTESTA DEL RESPONSABILE DEL GRUPPO ORNITOLOGICO CIRCA LA POTATURA DEGLI ALBERI.

La Gazzetta del Mezzogiorno, 12.5.2010

Non poche perplessità e preoccupazioni fra gli abituali frequentatori di via Manduria e viale Regina Margherita (viale stazione) per la potatura degli alberi in questo periodo. Osservatori attenti e sensibili alla natura, alla salvaguardia dell'ambiente e della vita di specie autoctone, pensano che non sia giusto proprio in primavera, nella stagione in cui gli uccelli nidificano, fare scempio dei loro nidi e della loro riproduzione. Altri parlano dell’inopportunità di provocare lesioni traumatiche alle piante in periodo di fioritura inoltrata.
È quanto sostiene Pino Re, nella sua veste di responsabile dell’associazione ornitologica Jonica-Salentina.
«La mia opinione, pur non essendo un esperto zoologo e botanico - afferma - è che, trattandosi di specie sempre verdi, come lecci e querce, anche se queste non necessitano di periodi particolari per la potatura dei piccoli rami, ben diversa la questione per i grossi e medi rami (quelli potati in questi giorni), i quali necessitano potature invernali in quanto, con il freddo, il lattice o la linfa che da essi fuoriesce copioso, si condensa più facilmente, evitando così infezioni alla pianta. Il problema degli uccelli rappresentativi della fauna autoctona è collegabile al periodo particolare della riproduzione (che avviene in primavera), e quindi, in questo periodo specie protette (quali cardellini, verdoni- verzellini, fanelli) hanno messo su casa tra le fronde del verde cittadino, cercando riparo dalle gazze sempre più presenti nel nostro territorio rurale, le quali, con la distruzione dei nidi e delle uova stanno causando, l'inesorabile estinzione delle specie nostrane. La potatura in questo periodo arreca nocumento. Credo, anzi sono sicuro la, potatura, pur importante, si sarebbe dovuta fare prima. Il taglio del fogliame in questo periodo sicuramente arrecherà disturbo agli uccelli, poiché gli uccellini già nati hanno trovato morte sicura. Gli stessi operatori addetti alla potatura hanno riferito di aver visto su questi alberi prima dell’inter - vento di potatura nidi in costruzione, altri pieni di uova e altri ancora con piccoli appena nati. Questi, dopo la potatura, sono stati preda di gatti randagi e le uova distrutte dai passanti».
«Si spera, per ridurre quanto meno il danno che, nel prosieguo della potatura intrapresa, che non si intacchi drasticamente la parte legnosa interna degli alberi - conclude Re - lasciando scoperti i nidi. Inutile dire che, in ogni caso, il rumore determinato dai mezzi meccanici causi l'abbandono dei nidi».

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