martedì 29 marzo 2011

Il treno della speranza è in partenza da Oria

testo e foto www.senzacolonne.it, 29.3.2011

Non sanno neanche dove andare. Chiedono sul posto: “Bologna? Che treno?”. Difficile dare un’indicazione. In fondo, per loro, un vagone vale l’altro. E quando il treno inchioda e si aprono gli sportelli, si fiondano tutti assieme quasi dovesse ripartire un istante dopo. Da due giorni questa scena è routine presso la stazione ferroviaria di Oria. E’ la meta dei ragazzi che a centinaia sono fuggiti tra domenica e ieri dal campo di identificazione e accoglienza di Manduria. Scavalcano la rete, macinano chilometri e in un modo o nell’altro si trovano lì.
Ammazzano l’attesa prendendo un caffè o una brioches nel bar adiacente, l’Orient Express; o stanno in silenzio nascosti tra le fronde degli alberi. Temono che qualcuno possa andare a prenderli: poliziotti, carabinieri. O peggio, le ronde. Perché in maniera più o meno spontanea se ne stanno formando, soprattutto in campagna. Contadini che trovandoseli nelle proprietà temono chissà cosa e minacciandoli li riportano indietro. Domenica sera, proprio davanti l’ingresso della stazione, si sono verificati attimi di concitazione quando ragazzi della locale protezione civile hanno invitato una trentina di immigrati “evasi” dal campo a salire nel furgone per fare rientro alla tendopoli. Non hanno fiatato. Lo dice uno di loro, Mimmo Proto: “Sono stati tranquillissimi, non hanno detto nulla. Sono saliti sul furgone e si sono fatti riaccompagnare. Niente da dire su questo”.
Ieri invece qualcuno è riuscito a salire su quel treno della speranza senza farsi bloccare prima.

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