lunedì 28 marzo 2011

Qui scoppierà la guerra

www.senzacolonne.it, 28.3.2011

Nei comunicati ufficiali si sosteneva che il numero di migranti non avrebbe superato il migliaio. E invece ieri mattina è giunta la conferma: la tendopoli alle porte di Oria è stata equipaggiata per ospitare fino a quattromila stranieri. I primi arriveranno stamattina al porto di Taranto. Stando ai proclami del governo e dei suoi esponenti pugliesi dovevano essere solo duecento e invece ce ne saranno cinquecento, almeno. Non è ancora chiaro quanti poliziotti, militari, soldati saranno destinati alla sorveglianza di un campo che è stato approntato in un giorno e mezzo. Si sa solo che saranno armati ma comunque non potranno utilizzare la forza, per nessuna ragione. E, come già accade nei Centri di identificazione e di espulsione come Restinco, potranno tentare a rischio della propria vita di sedare eventuali (probabili) rivolte. Ma se dovessero esserci disordini, tentativi di fuga, non potranno far altro che arginarli senza violenza. E se qualcuno scappa, sarà lasciato scappare. E’ una storia già vista, in proporzioni nettamente inferiori, che probabilmente si ripeterà quando i tunisini che giungeranno in contrada Paiano apprenderanno d’essere prigionieri. Si è parlato di centri d’accoglienza, ma in realtà si tratta di veri e propri Cie. Una volta identificati i migranti africani che hanno pagato un biglietto per arrivare in Italia, per fuggire dalle proprie disgrazie, dovranno essere rimpatriati. Protesteranno. Qualora non dovessero essere riconosciuti, dopo 180 giorni, saranno liberati con un provvedimento di “respingimento” che altro non è che un foglio, firmato dal questore che intima loro di lasciare il territorio italiano. Lo faranno? Una emergenza di proporzioni incredibili è quella che si sta creando alle porte di Oria dove il rischio che la situazione esploda non è solo verosimile, par’essere un disastro già annunciato per la cui prevenzione nulla si è fatto.

Quattromila persone, private di ogni diritto, saranno “ospitate” in un perimetro di tre ettari. Cinque per tenda. Numerosi uomini delle forze dell’ordine vigileranno su di loro, contenuti in una gabbia di metallo che non sarà poi così difficile rompere. Non lo sono i muri di tufo di Restinco, il Cie alle porte di Brindisi, dove vengono praticati fori ogni due per tre, figurarsi una rete in metallo che separa un ghetto che si sta attrezzando con fosse per la fognatura e con qualche cucina da campo, nel quale saranno costretti a vivere uomini consapevoli che il loro destino sarà diverso da quello che avrebbero voluto, il ritorno nella terra dalla quale sono fuggiti per cercare riparo in Italia. L’ex aeroporto militare degli anni 40 ricade nel territorio di Manduria ma è a un tiro di schioppo da Oria. Perché la zona residenziale del comune della provincia brindisina si spinge ben oltre il centro abitato. Ci sono villette da quelle parti, dove la gente risiede anche in inverno. Sono numerose le aziende che ci sono intorno, fabbriche in cui lavorano numerose persone. Oria è vicina, molto più vicina alla tendopoli di Manduria. E sta per arrivare l’estate. I proclami che arrivano da Roma, lo si è compreso, non sono attendibili per i dati che riportano. I numeri sono modificati per difetto, la realtà è diversa. Il governo ha annunciato il trasferimento a Manduria di 750 migranti. Ieri mattina è arrivata comunicazione ai vigili del fuoco, sono molti i pompieri brindisini che ormai, con il loro consueto spirito di soccorso, stazionano in quell’area militare dismessa, da due giorni di fila. Montano tende che arrivano da Potenza e da diverse località del sud Italia. Dovevano essere un centinaio, sono molte di più e non c’è uno straccio di direttiva sul numero di uomini delle forze dell’ordine che saranno impiegati. Stamani arrivano e non si sa se ci sarà l’esercito: nella riunione operativa di ieri in prefettura, a Taranto, è stata garantita la “massima disponibilità di uomini e mezzi”. Chi ci vive lì, tra gli ulivi secolari, avrebbe forse voluto conoscere nel dettaglio quanti agenti e militari saranno impiegati per garantire sicurezza ai cittadini. In caso di fuga di massa cosa si potrà fare? Non è una eventualità che è stata preventivamente considerata o quantomeno nessuno ha pensato di rassicurare chi abita lì, a poche centinaia di metri o a qualche chilometro di distanza. Poche informazioni, frammentarie fanno sì che la decisione di impiantare una tendopoli tra Oria e Manduria sia stata una scelta improvvisata, messa in atto senza valutare i rischi preventivamente. Nella consapevolezza che il pericolo è abnorme: saranno quattro mila uomini in un mega “campeggio”. Uomini disperati, senza lavoro né una lira in tasca. Uomini privati della propria dignità. Ed è proprio in quei luoghi che l’esasperazione, la convivenza fra culture non proprio identiche, può tramutarsi in sommosse, atti di autolesionismo e di protesta violenta. E’ un film già andato in onda mille volte a Restinco: è sufficiente la ricerca della libertà a provocare disordini. E quattromila uomini da gestire non sono i quarantotto del Cie di Brindisi.

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