venerdì 1 aprile 2011

Le ronde anti tunisini ad Oria

di RAFFAELLA COSENTINO, www.larepubblica.it, 31.3.2011

Alta tensione nei comuni di Manduria (Taranto) e di Oria, dove la popolazione locale, anche per effetto delle immagini televisive da "invasione" che rimbalzano da Lampedusa, si è organizzata per fare le ronde contro i tunisini fuggiti dalla tendopoli gestita da Connecting People. Ad Oria c'è la stazione ferroviaria più vicina al campo, dove si possono prendere i treni per Brindisi, Lecce e soprattutto per Roma. Dei primi 1300 arrivi, 500 sono fuggiti, diretti probabilmente in Francia e attorno alla stazione di Oria è successo di tutto.
Reazione spontanea. "Le ronde sono state la reazione spontanea del primo giorno - racconta Claudio Matarrelli, caporedattore di Oria.Info - vedendo i tunisini che scappavano scavalcando facilmente la recinzione, la gente li invitava con insistenza a salire in macchina e li riaccompagnava al campo, ma poi hanno capito che era inutile perché fuggivano di nuovo".
Un passato con gli albanesi. "Inizialmente alla vista dei tunisini che si nascondevano tra i cespugli c'era chi gridava - continua Matarrelli - ma ieri sera ho visto qualcuno portare agli immigrati anche una borsa con delle birre, loro poi le hanno date a me spiegandomi che da musulmani non potevano berle". Quindicimila abitanti, il 75% dei quali vota il centro destra, Oria ha già avuto a che fare con gli immigrati negli anni Novanta quando arrivarono famiglie di albanesi, ma la reazione fu diversa perché erano poche e distribuite dul territorio.
E' l'effetto Tv-Lampedusa. La paura di diventare una nuova Lampedusa. L'allarme e il senso di insicurezza si è diffuso per il timore di diventare una nuova Lampedusa, con arrivi massicci di migliaia di persone trasferite di colpo. E' l'effetto delle immagini televisive da "invasione" che arrivano da settimane dall'isola. "Se a Lampedusa c'è il saccheggio di un appartamento, qui la preoccupazione arriva amplificata - dice Matarrelli - ci siamo ritrovati dal vedere quelle scene in tv al viverle, ad esempio molta gente che abita in campagna è spaventata dal passaggio dei tunisini nei propri giradini".
Un clima pesante. Per Gianluca Nigro, presidente dell'associazione locale Finis Terrae che si occupa di diritto d'asilo e di immigrazione, "a Oria c'è un clima molto pesante, su cui ha influito l'effetto delle tv nazionali su Lampedusa e la ripresa di questo approccio da parte delle tv locali salentine che fanno quotidianamente le dirette da Manduria con taglio più o meno aggressivo". La costruzione mediatica della paura non è la sola responsabile del panico che si è diffuso tra gli abitanti. Contribuisce anche il non sapere quale sarà il destino del campo e la disorganizzazione che regna. Nigro è stato nella tendopoli durante la visita del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola: "la situazione dentro il campo è tranquilla, non è molto repressivo, ma è inadeguato perché è un ammasso di tende nella sperduta campagna fra Oria e Manduria, il problema è lo status giuridico della struttura".
Senza informazioni. Chi fa spontaneamente richiesta d'asilo accede alla procedura, questo trasformerebbe la tendopoli in un Centro di accoglienza per richiedenti asilo, Cara. "Ma i tunisini non ricevono informazioni, non sanno come muoversi, sono impauriti - continua Nigro - manca la mediazione per fare capire che la percezione della popolazione locale è sbagliata: pensano che sono arrivati i banditi e bisogna chiudersi in casa". Anche ieri sera alla stazione di Oria c'erano gruppi di tunisini e gruppi di 'bulletti di paesè che li controllavano.
"Sono piccoli teppisti e neofascisti". Che stazionano davanti al campo e che hanno rivendicato le ronde - dice Enzo Pilò della Rete Antirazzista che ha un presidio permanente fuori dalla tendopoli - abbiamo indetto per sabato una manifestazione alla quale inviteremo la popolazione di Manduria, parola d'ordine: chiusua del campo per un'accoglienza più umana, programmata e distribuita".

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