www.senzacolonne.it, 27.11.2009
Il processo è troppo lento: non può rimanere in carcere. Torna in libertà per decorrenza dei termini Massimo Italiano, il 40enne condannato in Appello a vent’anni di galera per il triplice tentato omicidio dei fratelli Cosimo e Tommaso De Michele, e di Pietro, figlio di quest’ultimo. I tre, secondo le accuse e le prime sentenze emesse dalla Corte d’Assise di Lecce, furono feriti da colpi di pistola esplosi da Massimo Italiano, durante una cruenta sparatoria in cui rimasero uccisi i due fratelli di quest’ultimo: Livio e Salvatore. Ad assassinarli, secondo l’accusa, furono proprio Cosimo, Pietro e Tommaso De Michele. Per il duplice omicidio questi ultimi sono stati già condannati in vari gradi di giudizio, ma non ancora in via definitiva, a pene che oscillano tra i venti e i trent’anni di reclusione. E vent’anni sono stati dati in ùsecondo grado anche a Massimo, l’unico dei tre fratelli a essere sopravvissuto, poiché durante il conflitto a fuoco avrebbe gravemente ferito gli altri tre contendenti, con l’intento di ucciderli. Ma otto mesi fa, precisamente cinque anni dopo quel drammatico episodio, Massimo Italiano è uscito di galera. A restituirgli la libertà è stata la stessa Corte D’Assise di Lecce, per la quale il 40enne aveva già superato i 4 anni previsti dalla legge quale limite ultimo per la carcerazione preventiva.La normativa vigente prevede infatti, per reati quali quelli contestati all’imputato in questione, una carcerazione preventiva della durata massima di 48mesi. Se entro tale arco di tempo il processo non giunge a conclusione, e cioè l’eventuale condanna non passa in giudicato, l’imputato deve tornare in libertà poiché ancora presunto innocente. E così, qualche giorno fa, a distanza di mesi dalla sua scarcerazione, Massimo Italiano si è visto coinvolto in una vicenda che mostra l’ennesimo di mille vulnus delle leggi italiane in materia di Giustizia.
Posted in: 
0 commenti:
Posta un commento