giovedì 19 novembre 2009

Rifiuti speciali per 4000 tonnellate sequestrati dalla Finanza.

di Antonio Negro, Gazzetta del Mezzogiorno,19.11.09

Quasi 4000 tonnellate di rifiuti speciali costituiti da pietrisco, proveniente dal rifacimento delle massicciate di alcune tratte ferroviarie, sono stati sequestrati alla periferia di Oria dai militari della sezione operativa navale della Guardia di Finanza, a poche settimane dal maxi sequestro di analogo materiale avvenuto nei pressi delle Saline di Punta della contessa, a sud di Brindisi, dove furono sequestrati anche 5 mezzi ad una nota azienda cittadina con la contestuale denuncia di 5 persone oltre all’imprenditore titolare della stessa azienda.
Nel caso dell’operazione compiuta ad Oria,invece, le denunce sono state tre ed hanno interessato il titolare di un’azienda di autotrasporti accusato di trasporto non autorizzato di rifiuti speciali in quanto avrebbe movimentato il pietrisco, dopo averlo acquistato dall’impresa esecutrice dei lavori lungo la tratta feroviaria Brindisi-Taranto; il titolare di un’azienda vivaistica di Oria dove l’autotrasportatore denunciato ha scaricato una parte del pietrisco; ed il proprietario di un grosso fondo della periferia oritana adibito a discarica abusiva, dove è stata rinvenuta un’altra ingente quantità del pietrisco incriminato e dove, tra l’altro, dovrebbe sorgere un opificio per la trasformazione di prodotti agricoli del quale già esiste un dettagliato progetto.
Più nel dettaglio, i finanzieri della sezione navale di Brindisi hanno individuato e posto sotto sequestro un’area di 6.500 metri quadrati - quella che sulla carta sarebbe destinata ad ospitare l’opificio - sulla quale c’erano, oltre a circa 3000 tonnellate di rifiuti inerti provenienti da lavori edili, ben 2.800 tonnellate di pietrisco di ferrovia che gli investigatori ritengono siano stati scaricati dall’autotrasportatore denunciato. Ed inevitabile è stata anche la denuncia, per stoccaggio non autorizzato di rifiuti speciali, del titolare del terreno. Analoga sorte è toccata infine al vivaista di Oria perché, in due distinte aree di sua proprietà attigue al vivaio, una di 360 metri quadrati l’altra di 434, i finanzieri hanno scoperto rispettivamente 500 e 650 tonnellate del medesimo pietrisco. Terreni e materiale hanno avuto apposti i sigilli, perché anche in questo caso il sospetto è che il rifiuto pericoloso sia stato scaricato dall’autrasportatore finito nella rete degli investigatori.
I finanzieri hanno anche mobilitato l’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpa) perché il pietrisco delle massicciate di ferrovia potrebbe essere contaminato, oltre che da tracce di gasolio e altri liquidi dei locomotori, anche dal Cresoto: una sostanza che solo da alcuni anni si è scoperto essere cancerogena, con cui per anni sono state trattate le traversine delle tratte ferroviarie, prima che la stesa fosse bandita dalla Comunità europea. Nel caso in cui gli esiti delle analisi dell’Arpa dovessero confermare tali timori, la posizione dei denunciati si aggraverebbe ulteriormente perché risponderebbero di aver movimentato e stoccato illecitamente non più ingenti quantità di un rifiuto speciale ma di un rifiuto pericoloso.
Indagini, infine, sono tutt’ora in corso sull’impresa - circa la quale per ora vige il massimo riserbo - che avrebbe eseguito i lavori di ammodernamento della tratta ferroviaria Brindisi-Taranto, da cui l’illecito business sarebbe partito. Per legge, infatti, sarebbe stato compito di quell’impresa classificare quel pietrisco come rifiuto speciale e, di conseguenza, sottoporlo alla corretta procedura di smaltimento che prevede la sua bonifica (coi costi che ne conseguono) presso centri specializzati prima di un eventuale reimpiego. Nel caso specifico, invece, il pietrisco è stato illegittimamente classificato come semplice sottoprodotto, in modo da poter essere rivenduto, movimentato e riutilizzato senza alcun vincolo. Il raggiro, però, è stato scoperto dai finanzieri ed ora sono diverse le aziende su cui incombe il rischio di una incriminazione.

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