giovedì 15 gennaio 2009

Un amico prezioso quel direttore di banca

VINCENZO SPARVIERO, La Gazzetta del Mezzogiorno, 15.1.2009

"Quel direttore ci avvertiva quando l’al - larme era in tilt per fare le rapine senza problemi". Poi, sempre secondo il pentito, ci sarebbero stati «vigilanti pronti a darci una mano». Quelle di Paolo S., "dichiarante" da tempo e già testimone in alcuni processi, sono dichiarazioni che solo in parte hanno avuto un riscontro investigativo. Per questo, il funzionario non è finito in carcere anche se le indagini sul suo conto sarebbero ancora in corso e sono "top secret". Anche alcuni vigilanti sarebbero finiti nel mirino della Procura dopo le rivelazioni che - anche in questo caso - non sono state avvalorate da prove. Sarebbero stati pronti a collaborare in cambio di soldi con la banda di rapinatori. A raccogliere le dichiarazioni di Paolo S. è stato il pm Milto De Nozza, che ha poi disposto accertamenti per trovare riscontri oggettivi prima di chiedere e ottenere gli arresti gli arresti sulla base di quanto è emerso poi dalle intercettazioni ambientali e dalla indagini dei carabinieri. "Uscito libero, dato che avevo bisogno di denaro, mi rivolsi al mio compaesano Peppe M., al quale gli chiesi se mi poteva mettere insieme con qualcuno per fare rapine - ha detto il dichiarante -. Questi mi rispose che doveva parlare con Nicola Nigro di Ceglie per vedere se era possibile. Nigro mi disse che era necessario reperire delle parrucche, mentre per l’auto ed il resto del materiale, cioè armi e quant’altro, lo aveva già. Risposi che io sapevo dove rivolgermi per prendere le parrucche. A ciò, il Nigro prese la somma di due milioni in contanti e me li dette dicendomi di andare a prendere le parrucche ed i baffi finti". "Preso il tutto - aggiunge -, rientravamo ad Ostuni ed il Peppe M. si portava via tutto. La sera il Nigro venne ad Ostuni e decidemmo che il giorno successivo saremmo entrati in azione. L’indomani mattina, Nigro venne nuovamente ad Ostuni e prelevò me e Peppe. Ci dirigemmo verso Oria e giunti in campagna, a pochi chilometri dal paese, da dentro una gubbia fu tirata fuori una Lancia Thema 2000 turbo di colore blu. Sul posto ad attenderci vi era un ragazzo di Lecce ed uno di Oria. Al momento non ricordo i nomi, però posso di dire che nello stesso anno i due vennero arrestati in quanto avevano perpetrata una rapina ad un ufficio postale e in quella circostanza, il ragazzo venne ferito da un colpo partito accidentalmente dal fucile che aveva in mano un altro loro complice. Aggiungo che al ferito venne sequestrata una somma di danaro trovata all’interno di un frigorifero dell’abitazione della nonna. Ritornando alla rapina in questione, devo aggiungere che il sopralluogo venne effettuato dal ragazzo di Oria che andò in banca appena noi giungemmo. Questi versò un’ingente somma di danaro e nel contempo controllò la situazione. Nel frattempo noi ci siamo preparati indossando tutti le parrucche, tranne il Nigro ed il ragazzo leccese che montarono anche dei baffi finti. Ricevuta la telefonata dal ragazzo di Oria, con la Lancia Thema siamo andati verso l’istituto di credito. Qui io e Peppe siamo scesi dal mezzo e ci siamo diretti verso l’entrata della banca, mentre Nigro scese in strada ed il ragazzo leccese rimase in auto. Prima di scendere mi ero raccomandato con Nicola di stare calmi e non fare azioni avventate tipo western visto che era noto il suo modo di fare. Preso il denaro siamo usciti fuori. Appena all’esterno, notavamo che Nigro aveva bloccato il traffico delle auto ed impugnando il fucile minacciava i guidatori. Durante il tragitto di ritorno rimproverai il Nigro e questi mi rispose di stare zitto. Abbiamo fatto rientro alla gubbia, lasciato il tutto, io mi sono cambiato completamente e poi il ragazzo di Oria mi accompagnò, con la sua autovettura Opel Tigra a Ostuni, mentre Peppe andò via con Nicola. Nella serata, il Nigro venne a casa di Peppe e ci dette la parte che ci toccava. La somma fu di lire 3.500.000 a testa. Di questa somma consegnammo 500.000 ciascuno al Nigro per le parrucche e 300.000 ciascuno per il ragazzo di Oria quale regalo per l’apporto dato".

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