di Angelo Sconosciuto, La Gazzetta del Mezzogiorno, 10.2.2009
"Oria è di origini messapiche e non cretesi come erroneamente hanno creduto Erodoto, Quinto Mario Corrado e tutti gli altri storici oritani probabilmente da lui influenzati". Discutere sulle origini del proprio luogo di nascita non è mai cosa inutile, soprattutto quando all’atto di amore per la propria patria si unisce il rigore nell’analisi delle fonti - complessivamente intese -, quando si adotta il dubbio come criterio e non si esclude pregiudizialmente alcun elemento. "Della Fondazione di Oria. Discorso sulle origini di una città antica" di Dino Attanasio è tutto questo e lo studio critico va segnalato anche perchè, con l’esperienza di tanti anni d’insegnamento, l’autore (incoraggiato dalla consorte Maria - luisa) è riuscito a rendere comprensibile la sua tesi ad un numero vastissimo di persone, con un linguaggio piano, accattivante, senza sbavature.
Egli, mettendo in dialogo le fonti, ne evidenzia le contraddizioni. Tirando quindi le somme, dopo aver dimostrato le origini messapiche di Oria, le ha pure datate, sulla scorta dell’illustre avo Barsanofio Pasquale Marsella, al 1500 a. C., anche in virtù delle fonti materiali consegnate da recenti scavi archeologici.
Ma i Cretesi che fine fanno?
Attanasio, dopo aver studiato e spiegato le fonti - Erodoto compreso - afferma: "I pochi Cretesi, sopravvissuti prima all’assedio di Agrigento e successivamente alla furiosa tempesta che li fece naufragare sulle coste ioniche, furono accolti dai Messapi che abitavano tutto il territorio in villaggi sparsi. Essi dovettero integrarsi con gli abitanti del luogo a tal punto da sentirsi a tutti gli effetti e in breve tempo Messapi". Insomma: nulla di nuovo sotto il sole da almeno 36 secoli in qua, da quando cioè - Attanasio lo ha dimostrato - esistevano casi di immigrazione e di successiva integrazione.
"Oria è di origini messapiche e non cretesi come erroneamente hanno creduto Erodoto, Quinto Mario Corrado e tutti gli altri storici oritani probabilmente da lui influenzati". Discutere sulle origini del proprio luogo di nascita non è mai cosa inutile, soprattutto quando all’atto di amore per la propria patria si unisce il rigore nell’analisi delle fonti - complessivamente intese -, quando si adotta il dubbio come criterio e non si esclude pregiudizialmente alcun elemento. "Della Fondazione di Oria. Discorso sulle origini di una città antica" di Dino Attanasio è tutto questo e lo studio critico va segnalato anche perchè, con l’esperienza di tanti anni d’insegnamento, l’autore (incoraggiato dalla consorte Maria - luisa) è riuscito a rendere comprensibile la sua tesi ad un numero vastissimo di persone, con un linguaggio piano, accattivante, senza sbavature.
Egli, mettendo in dialogo le fonti, ne evidenzia le contraddizioni. Tirando quindi le somme, dopo aver dimostrato le origini messapiche di Oria, le ha pure datate, sulla scorta dell’illustre avo Barsanofio Pasquale Marsella, al 1500 a. C., anche in virtù delle fonti materiali consegnate da recenti scavi archeologici.
Ma i Cretesi che fine fanno?
Attanasio, dopo aver studiato e spiegato le fonti - Erodoto compreso - afferma: "I pochi Cretesi, sopravvissuti prima all’assedio di Agrigento e successivamente alla furiosa tempesta che li fece naufragare sulle coste ioniche, furono accolti dai Messapi che abitavano tutto il territorio in villaggi sparsi. Essi dovettero integrarsi con gli abitanti del luogo a tal punto da sentirsi a tutti gli effetti e in breve tempo Messapi". Insomma: nulla di nuovo sotto il sole da almeno 36 secoli in qua, da quando cioè - Attanasio lo ha dimostrato - esistevano casi di immigrazione e di successiva integrazione.
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