lunedì 2 febbraio 2009

Schianto mortale in motocicletta

di Eliseo Zanzarelli, Senzacolonne, 1.2.2009

Un botto e un boato fragorosi. Un primo schianto, poi un altro e un altro ancora, la moto si capovolge e si frantuma in pezzi, il corpo fa altrettanto, testa da una parte, resto dall'altra. Questo i1 triste destino spettato all'ennesimo motociclista immolato dalla strada sull'altare dei centauri passati direttamente dalla sella a miglior vita.
Se n'è andato così, il 33enne operaio oritano Mimino Andrioli, a bordo del suo bolide Suzuki 750, lasciando per sempre moglie e due figlioletti. Se n'è andato rimanendo nella sua amata Oria, lungo Il circonvallazione, al l'altezza dell'incrocio per Carosino, già qualche giorno addietro teatro di un altro incidente, quella volta fortunatamente senza conseguenze per le persone.
Stridio di freni e gomme sull'asfalto freddo, un fragore agghiacciante attorno all'ora di pranzo, le 12 e mezza circa, poi un ' silenzio tombale, rotto soltanto dalle urla di raccapriccio dei primi intervenuti e dal sopraggiungere di altri mezzi lungo la trafficata arteria extracittadirra che circonda il paese fridericiano: si trovano davanti una miriade di pezzi difficilmente riconducibili a una moto, ma, soprattutto purtroppo, un capo, ancora all'interno del casco ben allacciato, separato dal corpo.
Una carambola tra guard-rail asfalto aiuole spartitraffico e segnaletiche stradali e Andrioli se n'è andato, nel paradiso dei centauri, per sempre.
L'e grida straziate della madre alla vista del corpo esanime e dilaniato del figlio, riverso in mezzo e mezzo tra 1'erbetta umida delle aiuole di un incrocio, rappresentano il triste sottofondo di una simile tragedia.
Questa, secondo le ricostruzioni operate dagli agenti intervenuti, carabinieri di Oria e Francavil'la coadiuvati da vigili urbani e vigilanza Eurosecurity locali, la dinamica del fattaccio: Andrioli procedeva dalla direzione Francavilla verso Cellino, lungo l'omonima strada provinciale, quando, giunto all'altezza della stazione di rifornimento "Api", avrebbe cominciato a perdere il controllo della potente motocicletta, andando a sbattere contro e distorcendo il guard-rail alla sua destra; dopo l'impatto con la barriera metallica il mezzo avrebbe preso a ondeggiare pericolosamente sull'asfalto per poi forse capovolgersi, conficcarsi entro i pali di sostegno delle indicazioni stradali e frantumarsi, assieme al centauro, in più pezzi, forcella da una parte manubrio dall'altra, motore da un'altra ancora. Così il corpo del povero 33enne, casco e testa in un posto, corpo in un altro. Questa la scena agghiacciante presentatasi ai primi accorsi sul posto, soccorritori compresi. Davvero da far accapponare la pelle anche ai meno impressionabili. Quanti, per dovere del proprio ufficio, si sono trovati a calcare la scena del sinistro hanno dovuto stare attenti a non calpestare non solo i resti della moto, ma purtroppo anche i brandelli umani.
Andrîoli, padre di due figli, da qualche tempo a questa parte lavorava presso gli stabilimenti "Ilva" di Taran
to e sporadicamente dava una mano al fratello Giuliano presso i magazzini generali della frutta dislocati tra via Frascata e via Francavilla. Proprio quei magazzini ubicati a un tiro di schioppo dal luogo dello schianto, che forte più che mai è rimbombato nei paraggi. A nulla è valso il sopraggiungere sul posto dei sanitari del locale presidio 118: per Giuliano non c'è stato nulla da fare; se ne è solo potuto constatare il decesso. Tra le grida stridule e incredule dei parenti nel frattempo giunti sul posto.
Intanto, lunedì mattina sul corpo smezzato dello sfortunato oritano, trasportato dalle onoranze funebri "Farina" presso la sala mortuaria dell'ospedale francavillese "Camberlingo", sarà eseguita l'autopsia, solo in seguito vi potrà essere il via libera per 1a celebrazione del rito funebre.
foto e video su www.arpa-oria.com

1 commenti:

OritanoVero ha detto...

1. non aveva 33 anni
2. non si chiamava Andriolo
3. la frase "per Giuliano non c'è stato nulla da fare" è sbagliata. Non è Giuliano ma Cosimo.
4. Fragore, boato, erbetta umida, ecc... che state scrivendo una poesia? E' un fatto di cronaca serio questo.
Fate attenzione a quando scrivete soprattutto su un giornale.

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