di Francesca D'Abramo, Il Quotidiano, 11.12.2007
Si è conclusa con un'assoluzione «perché il fatto non costituisce reato» la vicenda giudiziaria che ha coinvolto l'ex comandante dei Vigili Urbani di Oria, il tenente Emilio Guido. Questi, quando ricopriva la carica su mandato del sindaco Cosimo Moretto, era stato denunciato da Leonzio Patisso per abuso di potere in atti di ufficio. Motivo della contesa, una contravvenzione elevata ai danni di Patisso, in seguito -ad un incidente stradale. Secondo l'accusa, la contravvenzione, effettivamente annullata dal Prefetto, era stata elevata per motivi di inimicizia personale. Qualche tempo prima, sia Leonzio Patisso, in qualità di dirigente della Cgil, sia sua moglie, Lorenza Conte, all'epoca consigliere comunale, avevano contestato pubblicamente l'affidamento dell'incarico di comandante a Guido ricorrendo anche al Tar.
La pratica Guido, giunta sul tavolo del gip, Alcide Maritati, in un primo momento, era stata archiviata, ma Patisso si era opposto in camera di Consiglio. Dopo due udienze preliminari, il comandante fu rinviato a giudizio e, successivamente, condannato a due mesi e 20 giorni di reclusione, più le spese processuali pari a 1.600 euro. Emessa la sentenza di primo grado, gli avvocati dell'ex comandante, Carlo Caniglia e Raffaele Missere, sono ricorsi in appello. Il processo, svoltosi presso la Corte di Appello di Lecce, ha visto il Procuratore Generale prima ancora della difesa, chiedere 1'assoluzione del tenente: anche se la contravvenzione non era legittima non c'è stata da parte del comandante una violazione della legge, quindi non si tratta di abuso di potere.
Si è conclusa con un'assoluzione «perché il fatto non costituisce reato» la vicenda giudiziaria che ha coinvolto l'ex comandante dei Vigili Urbani di Oria, il tenente Emilio Guido. Questi, quando ricopriva la carica su mandato del sindaco Cosimo Moretto, era stato denunciato da Leonzio Patisso per abuso di potere in atti di ufficio. Motivo della contesa, una contravvenzione elevata ai danni di Patisso, in seguito -ad un incidente stradale. Secondo l'accusa, la contravvenzione, effettivamente annullata dal Prefetto, era stata elevata per motivi di inimicizia personale. Qualche tempo prima, sia Leonzio Patisso, in qualità di dirigente della Cgil, sia sua moglie, Lorenza Conte, all'epoca consigliere comunale, avevano contestato pubblicamente l'affidamento dell'incarico di comandante a Guido ricorrendo anche al Tar.
La pratica Guido, giunta sul tavolo del gip, Alcide Maritati, in un primo momento, era stata archiviata, ma Patisso si era opposto in camera di Consiglio. Dopo due udienze preliminari, il comandante fu rinviato a giudizio e, successivamente, condannato a due mesi e 20 giorni di reclusione, più le spese processuali pari a 1.600 euro. Emessa la sentenza di primo grado, gli avvocati dell'ex comandante, Carlo Caniglia e Raffaele Missere, sono ricorsi in appello. Il processo, svoltosi presso la Corte di Appello di Lecce, ha visto il Procuratore Generale prima ancora della difesa, chiedere 1'assoluzione del tenente: anche se la contravvenzione non era legittima non c'è stata da parte del comandante una violazione della legge, quindi non si tratta di abuso di potere.
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