venerdì 23 marzo 2012

Brindisi, voto di scambio e l'indagato denuncia carabinieri e sostituto.

di Piero Argentieri, www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Ha denunciato prima due carabinieri - il tenente Simone Clemente e il maresciallo Marco Guardo del Nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri di Francavilla Fontana, e ora anche il sostituto procuratore Raffaele Casto nei cui confronti Pietro De Virgilis, 30 anni, nativo di Francavilla Fontana, residente a Oria, ha depositato un esposto-denuncia presso la sezione di Polizia giudiziaria della Polizia di Stato della competente Procura di Potenza. De Virgilis contesta metodi da santa inquisizione e falsità contenute nei verbali sulla base dei quali poi è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di avere rilasciato false dichiarazioni al pubblico ministero.

Ma andiamo per ordine. Qualcuno invia all’autorità giudiziaria una lettera anonima nella quale si dice che Antonio Metrangolo, 38 anni, oritano, presidente del Consiglio comunale, eletto con 317 preferenze nella lista "Noi centro per Ferrarese", per avere voti ha elargito buoni benzina da dieci euro l’uno. Sei i beneficiari, tra i quali De Virgilis. Vengono avviate le indagini. De Virgilis e la moglie, che è incinta, sono sottoposti a interrogatori. A De Virgilis oltre all’aver preso buoni benzina viene contestato di avere detto che una telefonata ricevuta da Metrangolo era della moglie.

"Sono stato perseguitato, io e tutta la mia famiglia – scrive De Virgilis -, solo perché non dichiaravo le cose false che volevano farmi dichiarare e sono stato chiamato, insieme a mia moglie, ben sei volte a “sommarie informazioni” e/o come “persona informata sui fatti". Nel registro degli indagati, oltre a Metrangolo e a De Virgilis finiscono Giuseppe De Gaetani, 30 anni, Donato Ottaviano, 45 anni, Fernando Dell’Aquila, 52 anni, Roberto Memmola, 55 anni, e Ubaldo Patisso, 59 anni, tutti di Oria. Il reato contestato è il voto di scambio.

Nei giorni scorsi ai sette è stata notificata la conclusione delle indagini. De Virgilis «accusa» i carabinieri di averlo tenuto in caserma dalle 15 alle 21, chiuso in una stanzetta, mentre altrove interrogavano la moglie incinta. Perché andavano a «caccia» dei buoni benzina.

"Ne sono stati acquisiti 268 dall’1 gennaio all’1 giugno del 2011 e di questi solo uno gli stessi carabinieri hanno voluto attribuirlo a Memmola, mentre gli altri non li hanno potuti attribuire a nessuno perché erano attribuibili ai mezzi impiegati dalle forze dell’ordine in occasione del campo profughi Oria-Manduria di quel periodo. La mia colpa è quella di essere stato attinto da una lettera anonima e pur frequentando Metrangolo non ero a conoscenza di quanto i carabinieri volevano sentirsi dire".

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