lunedì 3 dicembre 2007

Oria e... la stazione fantasma

Altoparlante fuori uso, muri imbrattati, attesa all'aperto, erbacce e cocci ovunque "Ci farebbe piacere se il Sindaco un giono facesse un giro in treno con noi."
di ELiseo Zanzarelli, Il Gallo1/14.12.2007

Considerata l'attualità dell'argomento (diversi organi di stampa hanno in questo periodo puntato i riflettori sulle stazioni ferroviarie), siamo andati a vedere la situa zione in cui versa oggigiorno quella oritana. Risultato? Non che fosse un mistero, ma, ahinoi, abbiamo potuto constatare che quanto a degrado ed abbandono, la situazione ad Oria non è davvero da meno rispetto a quelle di altre realtà limitrofe (il pensiero va a Latiano e Mesagne, tanto per citare alcuni esempi concreti) indicate dalla stampa locale come estremamente critiche. I problemi esistono da tempo e ce lo hanno fatto notare anche alcuni pendolari che utilizzano il treno quotidianamente, come ordinario mezzo di trasporto per gli spostamenti di studio e lavoro. Secondo quanto riferito da Alberto G., ad esempio, alla stazione di Oria bisogna sempre stare in guardia, non distrarsi. Perché? Perché da qualche tempo a questa parte non sarebbero funzionanti gli altoparlanti e di conseguenza il -treno non verrebbe annunciato al suo arrivo. Allo stesso modo e per forza di cose non verrebbero annunciati gli eventuali ritardi. "Ci farebbe piacere", afferma laconico e sconsolato il pendolare facendo implicito riferimento alla questione dei pullman, "se il Sindaco un giorno facesse anche un giro in treno con noi" E l'invito é lanciato. Ciò a testimonianza del fatto che, ma questo é un altro discorso sebbene anche esso noto, neppure òle condizioni di viaggio in treno, vagoni spesso sporchi e maleodoranti, sarebbero delle migliori. Ritornando alla stazione, a quanto accennato si aggiunga che da circa un decennio, causa scelte di politica aziendale delle F.S. con i conti sempre in rosso, sono chiuse biglietteria e sala d'attesa. E passi per la biglietteria, ma almeno un posto al riparo dal freddo non si sarebbe potuto lasciarlo? Il riparo dalla pioggia invece può ancora andar bene: la pensilina che partendo dall'immobile giunge alla fine della banchina non ha ancora ceduto completamente! D'altro canto, poi, sembra funzioni così: niente biglietteria, nessun capostazione, nessun addetto cui rivolgersi a chiedere informazioni. "Vìaggiatori fai da te?", recitava un celebre spot del passato, "ahi ahi ahi!". Tralasciando le erbacce mai estirpate, i cocci di bottiglia, i rifiuti sparsi qua e là, che dominano il paesaggio, veniamo agli artistici "murales"realizzati sui tipici mattoncini rossi di cotto. Ve n'è per tutti i gusti dalla frase blsfema alla dichiarazuibe d'amore, passando per l'immancabile schizzetto osceno e per la data del "filone" scolastico incisa a futura memoria. Non mancano neppure le critiche alla stazione stessa! Un immenso quantitativo di scritte in vari colori e stili sulla falsariga di quelli preistorici. Chissà che fra qualche millennio, se il pennarello permanente reggerà e non si deciderà d'intervenire, quanto oggi tanti non apprezzato non possa venire studiato quale "forma d'Arte" d'inizio Terzo Millennio! Se solo un giorno qualcuno decidesse di leggere e decifrare il tutto, rischierebbe di trascorrere settimane in stazione. Locali abbandonati e riempiti di rifiuti gettati oltre le grate serrate, banchine sporche, servizi igienici perennemente fuori servizio, panorama desolante ovunque: così si presenta la stazione sul suo retro, in prossimità dei binari. E la situazione potrebbe essere anche peggiore! Infatti, a tener "vivo"e frequentato l'ambiente, ci pensa il bar che occupa parte dei locali della stazione: se non altro c'è gente ed il posto, soprattutto a sera, è frequentato, e questo è un bene ed una fortuna. Altri utili servizi resi dal locale sono quelli di offrire ricovero alla gente che attende i treni, di rendere disponibili i servizi igienici e di fornire informazioni circa gli orari ferroviari. Resta il fatto che la zona stazione, ormai rientrante nel centro abitato cittadino, appare di fatto scollata da esso, e ciò nonostante siano negli ultimi anni sorte diverse abitazioni lungo il viale, strutturato a mo' di piccolo boulevard, che collega il paese alla ferrovia. Parrebbe che le situazioni summenzionate abbiano negli anni prodotto una sorta di circolo vizioso: treni in condizioni pessime e stato della struttura avrebbero indirizzato il traffico passeggeri verso mezzi di trasporto alternativi, laddove esistenti, soprattutto per gli spostamenti quotidiani. Se infatti qualche anno addietro il mezzo maggiormente impiegato, ad esemplo dagli studenti pendolari frequentanti le scuole francavillesi, era rappresentato appunto dal treno, oggi l'utenza pendolare avrebbe fatto del pullman il mezzo prediletto. Di qui la soppressione di diversi treni, la chiusura della biglietteria, l'abbandono della stazione, il conseguente stato d'incuria in cui essa versa.

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