mercoledì 24 giugno 2009

TRE CONSIGLIERI PROVINCIALI, ORA RIPAGHINO LA FIDUCIA E AGISCANO NELL’INTERESSE DI ORIA

ricevo da Eliseo Zanzarelli, 23.6.2009

Gli esiti del ballottaggio per la conquista della Presidenza della Provincia di Brindisi, al di là degli umori personali di ciascun singolo candidato oritano, credo abbiano consegnato a questa città un risultato storico: l’ottenimento di ben tre consiglieri, di cui due di opposizione e uno di maggioranza.
Insomma, Oria, un paesino di poco più di 15mila anime e oltre 2mila anni di storia, sarà triplicemente rappresentata nelle assise provinciali.
Un fatto storico, solo che si consideri la notoria incapacità di questa cittadina, che piace definire potenzialmente ridente, di esprimere esponenti politici a certi livelli.
Tre consiglieri provinciali, rispondenti ai nominativi di Cosimo Ferretti per il Popolo della Libertà, Cosimo Pomarico per Ferrarese Presidente e Francesco Fistetti per la coalizione di sinistra, rappresentano un palmares niente male per una realtà normalmente abituata a premiare i forestieri pur di non fornire soddisfazioni agli autoctoni: quante volte, grazie anche e talora soprattutto ai voti ottenuti proprio dagli oritani, sono finiti ora nei Palazzi romani, ora in quelli di Strasburgo, ora ancora in quelli baresi della Regione, personalità politiche espressioni di località limitrofe e non solo?
A domanda retorica, risposta ovvia: innumerevoli volte.
Questa tornata, sebbene per carità l’operazione non sia stata progettata a tavolino, le cose sono andate diversamente.
Il primo cittadino è risultato al primo turno il più suffragato candidato consigliere dell’intera provincia, salvo questo non possa comunque valergli una qualche nomina di prestigio.
Il candidato presidente delle sinistre ha da parte sua, pur stretto tra due colossi, ottenuto un’incoraggiante affermazione politica ma anche personale.
Il candidato consigliere Cosimo Pomarico, nonostante l’agguerrita concorrenza nel collegio oritano, è riuscito a raggiungere una percentuale di consenso tale da consentirgli di accomodarsi nelle assise grazie al cosiddetto premio di maggioranza spettante alla coalizione del presidente eletto.
Tutto ciò equivale a dire che finalmente un paesino come questo, piccolo ma in potenza importante, pur senza volerlo, è riuscito a premiare elettoralmente tre suoi “figli” a scapito, una volta tanto, di zone geografiche storicamente meglio rapprentate a livello politico-istituzionale.
Lo dicono i fatti: nel rapporto popolazione-consiglieri eletti, Oria esce vittoriosa da queste consultazioni provinciali.
Insomma, un decimo del Consiglio provinciale, di fatto, “ci” appartiene, o meglio, “ci” rappresenta.
È innegabile, piace pensarlo e sarà effettivamente così, infatti, che ognuo dei “nostri” consiglieri abbia scelto di mettersi in gioco per andare a rappresentare, e dunque fare in un certo senso gli interessi, della città d’appartenenza.
Piace pensare pure che, al di là delle inevitabili contrapposizioni politiche insite nella stessa dialettica maggioranza-opposizione, ciascuno di loro possa spendersi con un’idea fissa nella testa: operare al meglio per il territorio. Quello provinciale, certamente, ma con una punta di campanilismo e, se del caso, superando le acredini politiche e personali, anche e soprattutto, quello comunale.
Sarà difficile nel concreto, ma piacerebbe immaginarli, i “nostri” tre alfieri provinciali, a perorare le medesime cause quando di mezzo vi passasse la nostra cittadina, così ricca eppure così povera e mortificata da tensioni personalismi e diatribe intestine.
Stanti gli eccelsi trascorsi medioevali oritani, piace immaginarli fianco a fianco come cortesi cavalieri a difendere la loro gentil donzella, in questo caso il paese natale.
Noi li abbiamo eletti, accordando loro, chi all’uno chi all’altro chi all’altro ancora, la fiducia che ci hanno chiesto.
Ora credo sia per la cittadinanza giunto il momento di passare all’ “incasso”, di vedere ripagata tale fiducia. Non certamente ottendendo dall’uno piuttosto che dagli altri vantaggi ad personam, individualistici, ma qualcosa, purchessia, di positivo per questa terra. Di modo che dal piano delle innegabili potenzialità, che tutti le riconoscono, possa finalmente attestarsi a quello dell’effettività, della concretezza: non più una città potenzialmete turistica, vivibile, commerciale, produttiva, ma che diventi davvero tale.
Lapalissiano è che questo non potrà avvenire grazie solo all’impegno di tre “semplici” consiglieri, peraltro collocati l’uno in contrapposizione agli altri, ma sarebbe piacevole apprezzare da parte di ciascuno di loro, nessuno escluso, quanto meno il massimo impegno possibile in tale direzione. Saremmo felici, dopo lustri e lustri di buio e isolamento, di poter dire qualcosa del tipo: “Oria c’è, si vede, fa sentire la propria voce e reclama la considerazione che meriterebbe”.

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