mercoledì 9 gennaio 2008

Giovane carabiniere si toglie la vita, sparandosi con la pistola d'ordinanza

di Emilio Mola, Senzacolonne, 9.1.2008

Un colpo di pistola sparato dritto nel cuore. Quel cuore che da mesi gli dava tormento, dicono, per un amore perduto. Pietro Basile, 23 anni appena, orgogliosamente membro dell'Arma dei carabinieri di stanza a Napoli, ieri mattina non ce l'ha fatta più. Si è tolto la vita così, rivolgendo contro se stesso la pistola d'ordinanza. A scoprirlo ormai privo di vita, riverso sul pavimento della sua abitazione nei pressi di via Latiano, sono stati i suoi stessi genitori di rientro a casa. Dopo pranzo avrebbero dovuto accompagnarlo in stazione; per il treno che in giornata lo avrebbe riportato sul posto di lavoro, nel tormentato capoluogo campano, dove combattere il crimine tra le vie di Scampia o Secondigliano. Ma non è andata così: quel treno ieri pomeriggio, è partito senza di lui. E senza un perché. Pietro Basile non ha infatti lasciato alcun messaggio, alcuna lettera. Nulla che spiegasse il motivo del gesto più estrerqo. Forse perché, chi lo conosceva a fondo, sapeS va perfettamente che non c'era davvero più nulla da spiegare. p Il giovane carabiniere il suo segreto se 1'è portato via per sempre, ma in tanti sapevano cosa lo tormentasse. Un amore finito male, la scorsa estate, che Pietro non è riuscito a lasciarsi alle spalle. I conoscenti a lui più vicini spiegano che quella storia per lui era tutto, e il fatto che fosse finita dopo così tanto tempo, lo divorava fin dentro l'anima. Eppure aveva tentato di reagire. Forse riuscendoci, grazie anche all'aiuto degli amici. "Chi se ne frega. Ormai ho un lavoro, uno stipendio, e il fascino della divi sa" ripeteva scanzonato agli amici, nei quali trovava `sempre conforto, pochi giorni dopo essersi lasciato. Ma forse lo diceva soprattutto per cercare di convincere proprio se stesso, di qualcosa in cui forse lui per primo non ha mai creduto. Eppure per un certo periodo ha resistito. Finita l'estate e caricata la valigia sulle spalle, a settembre scorso Pietro Basile è tornato a Napoli con la morte nel cuore per
quell'amore finito, ma forse ancora con la speranza di poter tornare a vivere anche senza di lei. Il lavoro di carabiniere, che in una città come il capoluogo partenopeo tiene occupati più che altrove, era riuscito a distrarlo, a occupargli la mente e i pensieri, a rendere meno nitidi i ricordi e più lievi le sofferenze. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Poi due settimane fa è giunta la licenza per le feste di Natale. Il rientro a casa nella sua Oria, con amici e familiari. E forse l'inevitabile incontro con l'amata ex. Se e cosa sia accaduto, sta solo a loro saperlo. Di certo quei pochi giorni trascorsi in città sono stati sufficienti a recuperare di botto le sofferenze perdute. Che come un ondata lo hanno colpito in pieno petto, travolgendolo.
Difficile sapere se Pietro Basile meditasse di compiere quel gesto già da tempo, certo è che ha scelto l'ultimo momento possibile prima di ripartire. Forse aspettava qualcosa che non è mai arrivato. O forse l'idea di dover andare nuovamente via, la consapevolezza di dover soffrire lontano da casa, senza una spalla di un amico o di un familiare sui cui piangere, gli ha fatto perdere ogni speranza sul domani. La tragedia si è consumata mentre in casa il giovane Pietro era solo, solo con i suoi demoni. I genitori erano fuori per le compere, e a lui toccava solo mettere in valigia le ultime cose, prima di ripartire subito dopo pranzo per Napoli. E così è stato. Nei borsoni da viaggio infila praticamente tutto, o quasi. Rimane fuori solo la pistola d'ordinanza. E lui sa il perché. La punta contro se stesso. Non alla testa, ma al cuore: sono tutte lì le sofferenze che lo soffocano, che lo divorano. Voci che lo tormentano, e che lui vuole azzittire per sempre, premendo quel grilletto. E alla fine ci riesce. Nessuno nel vicinato, sente alcunché. Starà ai genitori di ritorno a casa, scoprire quanto successo. E raccogliere per sempre quell'atroce sofferenza che il loro ragazzo portava nel suo cuore.

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