Lettere anonime ai consiglieri di minoranza. Negli esposti accuse di abusi edilizi a carico del capogruppo del PD e di un indipendente.
fonte Senzacolonne, 20.1.2008
Lettere anonime ad orologeria che arrivano in tempo per far saltare Consigli comunali, cantieri che vengono sequestrati, esponenti politici dell’opposizione costretti a dover rispondere in Procura di reati edilizi ancora tutti da dimostrare. E’ quanto sta accadendo ad Oria, dove alcuni esposti anonimi scritti nell’ombra da chissà chi e fatti recapitare a Palazzo di città e in Prefettura, stanno letteralmente gettando nel caos gli ambienti politici locali. Nel mirino dei delatori senza volto, due consiglieri dell’opposizione, accusati entrambi, ma in tempi diversi, di presunti abusi edilizi, che fin ad ora hanno però solo prodotto un sequestro lampo da parte della Procura, subito revocato dopo poche ore per l'inconsistenza delle accuse. Oggetto delle morbose e anonime attenzioni, sono il geometra Domenico D'Ippolito, progettista e socio dell'impresa costruttrice del complesso residenziale di via Francavilla Fontana e Mauro Marinò, anch'egli progettista e costruttore di un altro complesso in Via Vecchia Sava. I due in comune, oltre la professione, hanno la passione per l'attivismo politico. Il primo è infatti oggi capogruppo del partito democratico in Consiglio Comunale; l'altro, eletto tra le fila del centrodestra, ha da diverse settimane smesso come altri la casacca della maggioranza, per entrare nel gruppo degli indipendenti. Fino a questo momento le accuse lanciate nell'epistola a firma del fantomatico "Gioacchino Fedeli", hanno prodotto solo fastidiosi grattacapi ai due consiglieri chiamati in causa, e nulla di più. I lavori nel cantiere di D'Ippolito non sono infatti mai stati bloccati nonostante i ripetuti e continui sopralluoghi effettuati dai vigili urbani (ben cinque); mentre quello di Marinò è stato sequestrato poche ore dopo l'arrivo della lettera anonima, salvo poi essere dissequestrato il giorno seguente dal pubblico ministero, per l'assenza di reali motivazioni che potessero giustificare un provvedimento tanto drastico. Tuttavia gli autori dell'esposto anonimo qualche risultato l'hanno ottenuto: vale a dire il rinvio del Consiglio Comunale convocato per il 16 gennaio, che prevedeva al punto due dell'ordine del giorno, la cessione allo stesso Marinò di una piccola porzione di suolo pubblico (le opposizioni parlano di appena sei metri quadri), ove ricade la sua costruzione. Secondo gli autori dell'esposto anonimo Marinò avrebbe fatto pressione su molti consiglieri comunali per costringerli a votare a favore del progetto. Ma il problema non si è più posto dal momento che la discussione dell'argomento è stata rinviata. Straordinaria la tempistica. La lettera recante le accuse in questione viene protocollata in Comune il 15 gennaio. In poche ore i vigili ne prendono visione, informano la procura, e sequestrano il cantiere. Il giorno dopo però il provvedimento viene revocato dallo stesso pubblico ministero. Ma ormai è troppo tardi: la discussione in consiglio comunale è già stata rinviata. "Stiamo attraversando un momento estremamente difficile e delicato" scrivono i responsabili del Partito Democratico di Oria in una nota diffusa a seguito della vicenda. "Viviamo - spiegano - in un clima di grave intimidazione, in cui persone protette dall'anonimato e dalla loro codardia, condizionano pesantemente la vita democratica della città, precipitandola in un cappa di paura e oscurantismo". "Costui ha inviato una denuncia anonima, generica, contente affermazioni non veritiere, sulla base della quale nel giro di poche ore il cantiere è stato posto sotto sequestro penale. E ciò è successo proprio nel giorno in cui il Consiglio Comunale era stato convocato per l'esame della questione e che, probabilmente, avrebbe potuto pronunciarsi favorevolmente". Per il Partito democratico cittadino ormai "ad Oria prevale la prepotenza, la tracotanza e il clima di paura e di suggestione nei confronti di chi non si piega al volere del potere (occulto), che evidentemente regola le sorti della città. Ad Oria esiste ormai un pesante clima di intimidazione e condizionamento verso chi non fa parte del potere, verso chi protesta la sua opposizione a metodi di governo e di gestione della cosa pubblica, clientelari e assistenzialistici.” E in calce al comunicato: "noi del Partito democratico ci ribelleremo, denunciando questo gravissimo ed insopportabile stato di cose innanzi tutto al Prefetto di Brindisi; chiedendo l'intervento di tutte le autorità competenti e dei nostri rappresentanti.” istituzionali; la convocazione di un Consiglio Comunale monotematico e non parteciperemo più ad alcun altro Consiglio finché non sarà ristabilito un clima di serenità e agibilità democratica".
fonte Senzacolonne, 20.1.2008
Lettere anonime ad orologeria che arrivano in tempo per far saltare Consigli comunali, cantieri che vengono sequestrati, esponenti politici dell’opposizione costretti a dover rispondere in Procura di reati edilizi ancora tutti da dimostrare. E’ quanto sta accadendo ad Oria, dove alcuni esposti anonimi scritti nell’ombra da chissà chi e fatti recapitare a Palazzo di città e in Prefettura, stanno letteralmente gettando nel caos gli ambienti politici locali. Nel mirino dei delatori senza volto, due consiglieri dell’opposizione, accusati entrambi, ma in tempi diversi, di presunti abusi edilizi, che fin ad ora hanno però solo prodotto un sequestro lampo da parte della Procura, subito revocato dopo poche ore per l'inconsistenza delle accuse. Oggetto delle morbose e anonime attenzioni, sono il geometra Domenico D'Ippolito, progettista e socio dell'impresa costruttrice del complesso residenziale di via Francavilla Fontana e Mauro Marinò, anch'egli progettista e costruttore di un altro complesso in Via Vecchia Sava. I due in comune, oltre la professione, hanno la passione per l'attivismo politico. Il primo è infatti oggi capogruppo del partito democratico in Consiglio Comunale; l'altro, eletto tra le fila del centrodestra, ha da diverse settimane smesso come altri la casacca della maggioranza, per entrare nel gruppo degli indipendenti. Fino a questo momento le accuse lanciate nell'epistola a firma del fantomatico "Gioacchino Fedeli", hanno prodotto solo fastidiosi grattacapi ai due consiglieri chiamati in causa, e nulla di più. I lavori nel cantiere di D'Ippolito non sono infatti mai stati bloccati nonostante i ripetuti e continui sopralluoghi effettuati dai vigili urbani (ben cinque); mentre quello di Marinò è stato sequestrato poche ore dopo l'arrivo della lettera anonima, salvo poi essere dissequestrato il giorno seguente dal pubblico ministero, per l'assenza di reali motivazioni che potessero giustificare un provvedimento tanto drastico. Tuttavia gli autori dell'esposto anonimo qualche risultato l'hanno ottenuto: vale a dire il rinvio del Consiglio Comunale convocato per il 16 gennaio, che prevedeva al punto due dell'ordine del giorno, la cessione allo stesso Marinò di una piccola porzione di suolo pubblico (le opposizioni parlano di appena sei metri quadri), ove ricade la sua costruzione. Secondo gli autori dell'esposto anonimo Marinò avrebbe fatto pressione su molti consiglieri comunali per costringerli a votare a favore del progetto. Ma il problema non si è più posto dal momento che la discussione dell'argomento è stata rinviata. Straordinaria la tempistica. La lettera recante le accuse in questione viene protocollata in Comune il 15 gennaio. In poche ore i vigili ne prendono visione, informano la procura, e sequestrano il cantiere. Il giorno dopo però il provvedimento viene revocato dallo stesso pubblico ministero. Ma ormai è troppo tardi: la discussione in consiglio comunale è già stata rinviata. "Stiamo attraversando un momento estremamente difficile e delicato" scrivono i responsabili del Partito Democratico di Oria in una nota diffusa a seguito della vicenda. "Viviamo - spiegano - in un clima di grave intimidazione, in cui persone protette dall'anonimato e dalla loro codardia, condizionano pesantemente la vita democratica della città, precipitandola in un cappa di paura e oscurantismo". "Costui ha inviato una denuncia anonima, generica, contente affermazioni non veritiere, sulla base della quale nel giro di poche ore il cantiere è stato posto sotto sequestro penale. E ciò è successo proprio nel giorno in cui il Consiglio Comunale era stato convocato per l'esame della questione e che, probabilmente, avrebbe potuto pronunciarsi favorevolmente". Per il Partito democratico cittadino ormai "ad Oria prevale la prepotenza, la tracotanza e il clima di paura e di suggestione nei confronti di chi non si piega al volere del potere (occulto), che evidentemente regola le sorti della città. Ad Oria esiste ormai un pesante clima di intimidazione e condizionamento verso chi non fa parte del potere, verso chi protesta la sua opposizione a metodi di governo e di gestione della cosa pubblica, clientelari e assistenzialistici.” E in calce al comunicato: "noi del Partito democratico ci ribelleremo, denunciando questo gravissimo ed insopportabile stato di cose innanzi tutto al Prefetto di Brindisi; chiedendo l'intervento di tutte le autorità competenti e dei nostri rappresentanti.” istituzionali; la convocazione di un Consiglio Comunale monotematico e non parteciperemo più ad alcun altro Consiglio finché non sarà ristabilito un clima di serenità e agibilità democratica".
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