venerdì 3 aprile 2009

Dentista sconosciuto al Fisco. Frode record da un milione di euro

di Eliseo Zanzarelli, Senzacolonne, 3.4.2009

Un professionista affermato e stimato, regolarmente iscritto all'albo professionale di riferimento, con tanto di studio medico, noto alla gente ma perfettamente sconosciuto al Fisco nei periodi d'imposta dal 2003 al 2007. È stato scoperto a Oria dagli uomini della Guardia di Finanza di Francavilla: l'odontoiatra, questa la sua specializzazione, avrebbe nell'arco temporale oggetto di verifiche completamente omesso di presentare le dichiarazioni dei redditi da lavoro, così rendendosi responsabile di una frode fiscale pari complessivamente a circa un milione di euro. Ciò, nonostante rilasciasse regolari fatture, in quanto tali normalmente detraibili ai fini fiscali, ai propri pazienti. Il dentista, peraltro segnalato all'Autorità giudiziaria per essere risultato al momento dei controlli sprovvisto di documentazione fiscale, avrebbe inoltre omesso di versare contributi previdenziali relativi l'impiego subordinato di una sua assistente per una cifra pari a circa 11 mila euro.
Un'ispezione fiscale come tante, quella spettata al conosciuto medico chirurgo specializzatosi in Odontoiatria,
che ha condotto i finanzieri francavillesi, al comando del capitano Benedetto Labianca, ad accertare di trovarsi dinanzi a un evasore totale, in sostanza un soggetto perfettamente estraneo per il Fisco. Neppure un euro derivato dai suoi guadagni professionali sarebbe, almeno nel quinquennio finito sotto la lente d'ingrandimento delle Fiamme Gialle, finito nelle casse dello Stato. Il dentista, pur rilasciando puntualmente ai pazienti le fatture per le prestazioni professionali eseguite, e pagate in linea con gli onorari di categoria, non avrebbe, alla fine di ogni anno di attività, dichiarato alcun elemento positivo di reddito e ricavo.
Questo, pur ergendosi al di sopra di ogni sospetto stante appunto il normale rilascio di fatture, detraibili a fini fiscali dagli assistiti fino al 19 percento.
Nel complesso, il professionista avrebbe così evitato di dichiarare circa 800mila euro in elementi positivi di reddito e di contabilizzare 200mila euro in ricavi.
Non solo, gli agenti di polizia fiscale, non avendolo trovato neppure in possesso della documentazione fiscale utile alla ricostruzione del suo "volume d'affari", sono stati costretti a risalire ai suoi introiti attraverso dettagliate analisi economico-finanziarie costituenti loro patrimonio e peculiarità.
Proprio per questo fatto, per non aver il medico tenuto con sé la documentazione utile, ma non necessaria, alle verifiche, è stato segnalato alla Magistratura ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo numero 74 del 2000, "Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto (...)", rubricato "Occultamento o distruzione di documenti contabili", che recita così: "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, ovvero di consentire l'evasione a terzi, occulta o distrugge in tutto o in parte le scritture contabili o i documenti di cui è obbligatoria la conservazione, in modo da non consentire la ricostruzione dei redditi o del volume di affari".

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