venerdì 10 aprile 2009

"Strade Pulite", il vigile resta ancora in carcere

di EMILIO MOLA, Senzacolonne, 9.4.2009

Resta in carcere Gilberto Conte, vigile urbano arrestato sabato mattina con altre tre persone ( Saverio Capilunga, Alfredo Italiano e Giovanni Biasco) per tentata estorsione aggravata in concorso.
II giudice per le indagini preliminari Antonia Martalò, dopo l'interrogatorio di garanzia svoltosi martedì mattina in carcere, ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dall'avvocato difensore dell'agente di Polizia municipale, medaglia d'argento al valor civile, Pasquale Fistetti. Il colloquio con il magistrato, svoltosi alla presenza del pubblico ministero titolare delle indagini Raffaele Casto, non è servito a convincere il gip a concedere quantomeno all'indagato i benefici dei domiciliari.
Una decisione che, annuncia il legale, sarà presto impugnata davanti al Tribunale del Riesame. Intanto, per quest'oggi, è stato fissato il confronto tra Gilberto Conte e il suo accusatore: l'amministratore delegato della "Monteco srl", società appaltatrice del servizio di raccolta rifiuti per l'Ato Br/2, cui Conte e gli altri avrebbero cercato di estorcere denaro e posti di lavoro per amici e familiari. E'stato lui a riferire agli inquirenti le parole che in un'occasione (lo scorso 6 marzo) il vigile urbano gli avrebbe detto per convincerlo ad assumere presso la sua azienda il cugino Saverio Capilunga. Un uomo che gli avrebbe permesso di "continuare a lavorare tranquillo", e di tenere anche a bada quegli altri due ragazzi ( Italiano e Biasco) che da tempo lo pressavano con richieste di denaro esorbitanti: SOmila euro sull'unghia, più cinquemila a Pasqua e Natale.
Accuse che Conte ha invece rigettato fin dal primo interrogatorio tenutosi martedì mattina in carcere davanti al giudice per le indagini preliminari Martalò.
Per dimostrare la sua estraneità ha ricordato come i suoi rapporti col cugino Saverio Capilunga, si siano sfaldati da oltre un anno. Da quando, cioè il padre di Conte è morto, e sono scattate immancabili le tensioni tra
familiari sull'eredità (l'arresto è stato eseguito il giorno del primo anniversario dalla scomparsa del genitore).
A conferma di ciò il legale avrebbe inoltre depositato la richiesta di sequestro dei telefoni cellulari del suo assistito, e dell'agenda, affinché, analizzandoli, si scopra come tra i due non esista da mesi alcun tipo di contatto. Nel corso dell'interrogatorio l'avvocato Pasquale Fistetti ha inoltre ripreso la natura delle accuse rivolte al suo assistito, ricordando come quelle manette siano scattate dopo soli venti giorni di indagini, innescate dalle parole dell'amministratore delegato della società, vittima del presunto taglieggiamento.
E proprio con quest'ultimo, oggi a mezzogiorno, si terrà presso il Tribunale di Brindisi un importante confronto che forse aiuterà a far maggiore luce sull'accaduto, e in particolare sulla posizione di Gilberto Conte.
La cui domanda di scarcerazione, nonostante le parole proferite in fase di interrogatorio, è stata respinta dal magistrato. Destino analogo agli altri tre indagati, anch'essi costretti dietro le sbarre, che davanti al giudice per le indagini preliminari hanno preferito mantenere la bocca cucita, nell'attesa che dalle indagini emergano atti utili a dare avvio a una qualche strategia difensiva.

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