sabato 23 febbraio 2008

ASFALTO SULLE CHIANCHE DEL CIMITERO

Per risolvere il problema della pavimentazione sconnessa il Comune ha pensato di ricoprirle di catrame. L’ASSESSORE: “ NON ERO AL CORRENTE DELL’INTERVENTO, RIMEDIEREMO RECUPERANDO IL BASOLATO”

di Eliseo Zanzarelli, Senzacolonne, 22.2.2008

Uno strato d'asfalto per risolvere i problemi di sprofondamento - causato probabilmente da accumulo d'acqua piovana e calpestio - delle basole, comunemente definite "chianche" proprio sotto la cancellata d'ingresso all'ala monumentale del cimitero cittadino.
Questo quanto posto in atto dagli operai incaricati di risolvere d'urgenza il problema dall'Ufficio Tecnico comunale, al fine evidente di prevenire eventuali inconvenienti agli avventori del camposanto. Così come erano sprofondati, infatti, i sampietrini (altro termine utilizzato per indicare le basole), rischiavano seriamente di mettere a repentaglio l'incolumità di quanti, principalmente anziani, si fossero recati a far visita ai loro cari defunti. L'intervento, a scanso di equivoci, andava quindi operato. Ciò che non è piaciuto a chi si sia avveduto di questo, pur piccolo sebbene non trascurabile, scempio, sono state le modalità con cui l'operazione di messa in sicurezza è stata portata a termine. Una colata di bitume, pur utile allo scopo della celerità della soluzione, non è di certo adatta alla preservazione delle chianche, di probabile origine medievale, che oggi ricopre.
Ciò che viene spontaneo chiedersi è se non si sarebbe potuto provvedere a risollevare senza ricoprire quel, pur esiguo, patrimonio storico.
Un ulteriore atto di spregio in danno del territorio, quello della "inumazione" delle basole, proprio nei giorni in cui in paese tiene banco la violazione di un sito di chiaro interesse archeologico quale quello attiguo al seminario di San Vincenzo, sul quale ora sorge un campo di calcio a cinque, proprio al centro di quello che da qualcuno è stato indicato come il "cuore poetico oritano". Tornando alla questione delle chianche cimiteriali, il fatto, dapprima passato inosservato -ed anzi apprezzato da chi, recandosi al camposanto fino all'intervento, ha rischiato di slogarsi una caviglia - emerge ora in tutta la sua chiarezza.
Ne ha contezza, infatti, anche l'assessore ai Servizi cimiteriali Giuseppe Destradis, dichiaratesi ignaro, all'epoca dei fatti - circa un mese addietro -, sia dell'intervento che doveva operarsi sia delle modalità con cui esso sarebbe stato portato a compimento.
Il risollevamento sarebbe stato dunque disposto d'iniziativa autonoma ed urgente dall'Ufficio tecnico. Si esprime così l'assessore: "Ho fatto i miei accertamenti - dichiara Destradis - ed effettivamente i sampietrini posti appena sotto il cancello d'ingresso al cimitero monumentale sono stati interrati sotto uno strato di bitume. Ammetto che il risultato di messa in sicurezza è stato raggiunto ma le modalità d'intervento non sono state tra le migliori possibili. A tal proposito dico già da ora che nella prossima primavera m'impegnerò a che le chianche possano essere dissotterrate".
Qualora si optasse, secondo quanto asserito dall'assessore, per il recupero delle basole, ora al sicuro sotto una stabile coltre di bitume, rimarrebbe comunque da constatare se le stesse, una volta riemerse, si presenterebbero ancora in uno stato tale da poter considerare sanato l'intervento di copertura, di fatto frutto di scarsa sensibilità ed accortezza. Sebbene l'assessore non rappresenti propriamente un tecnico della materia, tiene comunque ad assicurare che "non c'è da temere per l'integrità delle basole". Il problema basole non costituisce peraltro di certo una novità in città.
Anni addietro, più di un decennio fa - in molti lo ricorderanno -già alcuni storici sampietrini della centralissima piazza Manfredi furono in fase di risistemazione sostituiti con altri nuovi di zecca. Buona parte di quelli sostituiti prese in quella occasione altre vie: alcuni andarono perduti, i rimanenti finirono per abbellire luoghi meno pubblici rispetto alla originaria collocazione di piazza Manfredi.

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