mercoledì 6 febbraio 2008

Oria su Telerama

Comune di Oria, Assessorato alla Cultura, 6.2.2008

Il 22 febbraio alle ore 21 e 30 l’emittente televisiva “TELERAMA”, trasmetterà un servizio sul SANTUARIO di DEMETRA PERSEFONE rinvenuto sulla collina di Monte Papalucio, alla periferia orientale di Oria.
Demetra Persefone

Brevi cenni storici
I risultati consentono, oggi, di affermare che il Santuario sorse nel corso del VI secolo a.C. in un momento in cui i rapporti tra i Greci di Taranto ed i Messapi erano improntati ad una proficua collaborazione. In questa prima fase l’area sacra era rappresentata da una spianata presente ai piedi di una parete rocciosa su cui venivano deposte le offerte votive. Queste erano rappresentate da prodotti della terra portati dalla popolazione indigena come ringraziamento alla dea, e da vasellame offerto anche da commercianti greci, caratterizzato da scritte dedicatorie. Il santuario era frequentato anche da molte donne per propiziarsi la fertilità durante il matrimonio e l’allattamento dei figli. Quanto detto è confermato dalle numerose offerte di statuette raffiguranti figure femminili con in braccio un neonato.
Nel corso del V secolo a.C., a seguito dello stato di belligeranza tra i Messapi ed i Greci di Taranto che volevano ampliare i loro territori, il Santuario va incontro ad un periodo di decadenza e viene frequentato quasi esclusivamente dalle popolazioni indigene.
In età ellenistica (IV e III secolo a.C.) il Santuario viene, di nuovo, intensamente frequentato e torna all’antico splendore. In questa fase vengono realizzati ambienti per ospitare i pellegrini e per la consumazione del pasto sacro. A Demetra Persefone si aggiunge, ora, la venerazione di Afrodite, dea della bellezza.
Tra il vasellame recuperato si cita una “idria” su cui è raffigurato Ulisse con la maga Circe ed i suoi compagni trasformati in porci.
Il Santuario cessa di essere frequentato con la conquista romana del Salento.
Le strutture messapiche poggiano su uno strato archeologico che ha restituito un aggere di pietrame a secco dell’età del bronzo (XIV – XIII secolo a.C.) e frammenti ceramici dell’età del bronzo e dell’età del ferro, a testimonianza di un insediamento capannicolo protourbano.
(prof. Antonio Corrado)

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