lunedì 16 luglio 2007

L'ultimo addio a Michele. Gli amici: "Ciao Vagliò"

(Fonte Il Quotidiano, 16.7.2007)

E' un copione tristemente noto quello del funerale di Michele Patisso, 23 anni di Oria, morto in seguito al terribile incidente stradale avvenuto nella notte fra mercoledì e giovedì scorso sulla provinciale San Vito - Specchiolla. Il giovane aveva lottato per tre giorni, in coma, nel reparto rianimazione dell'Ospedale Perrino. Poi sabato mattina l'elettroencefalogramma piatto ha manifestato che Michele ormai se ne era andato: il grave edema celebrale, riportato in seguito all'impatto, aveva avuto la meglio. Le pratiche di rito, la riunione della commissione medica, l'attesa di sei ore e la richiesta alla famiglia di autorizzare l'espianto degli organi.
La salma giunge ad Oria dal nosocomio brindisino già nella mattinata di domenica e si ferma nella chiesa di San Domenico, dove hanno luogo i funerali. L'abitazione della famiglia Patisso, in vico Torre Santa Susanna, non riuscirebbe a contenere tutti coloro che vogliono salutare per l'ultima volta Michele.
La cerimonia funebre ha inizio alle 16,30. Non solo la chiesa è gremita, ma anche l'adiacente piazza Lorch, luogo consueto di incontro dei giovani oritani che tante volte aveva ospitato anche Michele e la sua comitiva. Il pomeriggio è torrido e in chiesa manca l'aria, così, molte persone, durante la funzione, sono costrette ad uscire un minuto fuori. Nonostante la folla ed il caldo, però, non si rinuncia a stare per l'ultima volta vicino a Michele ed a stringersi intorno.
Praticamente tutto il paese è qui, il resto della città è deserto. La maggior parte degli intervenuti sono giovani e giovanissimi, gli amici ed i conoscenti cui tanto teneva Michele. I visi coperti da occhiali scuri che non mascherano però le tante lacrime versate. “Sono qui per incontrare nuovi amici, condividere interessi, condividere foto o chattare. Io sono alto, ho qualche chilo di troppo, capelli neri e occhi marroni. Cosa so fare meglio? Guidare, lavorare, divertirmi, mangiare e bere! La mia principale attitudine a scuola era... zompare!». Nella sua pagina personale sul web Michele si descrive così, con quella sana ironia che gli amici tanto amavano di lui. Un ragazzo generoso, sereno e allegro, che conosceva bene però il valore del lavoro. A testimonianza di ciò, al funerale, ci sono anche i colleghi e i concorrenti nel lavoro. Michele era occupato da sempre nella ditta del padre Enzo, come pure il fratello minore e la madre: una piccola catena di macellerie, l’Oritana Carni. Nonostante la sua giovane età, era già molto apprezzato dai colleghi, dai dipendenti e dagli altri imprenditori del settore, perchè era un ragazzo molto sveglio e ci sapeva fare nel suo mestiere. Anche grazie al suo contributo l'azienda aveva raggiunto importantissimi risultati.
Tanto l'apprezzamento per il ragazzo anche nelle parole dei manifesti funebri commissionati dalle associazioni professionali della città, dagli imprenditori e dalle associazioni giovanili.
«Pensiamolo vivo in cielo e non morto nella tomba - dice il celebrante, parroco della chiesa di San Domenico, don Franco - Nel progetto di Dio, Michele è stato liberato dalla morte ed ora non è lì nella bara, quello è solo il suo corpo, un corpo che la strada ha ucciso: lui è in cielo. Poiché l'amore è più forte della morte, noi possiamo continuare a rimanere in comunione con Michele». L'omelia tocca poi un tema scottante: «La morte di Michele è forse un messaggio. Dio ci parla in molti modi anche se noi siamo troppo distratti dai beni effimeri. La bellezza? Il denaro? Un vestito firmato? Un cantante famoso? Ora se vogliamo rivedere Michele dobbiamo alzare gli occhi al cielo perché lui è li e forse ci dice stai attento quando sei in macchina, non bere se devi guidare, ci sono tanti pericoli per la strada...". Forse la sua morte dice qualcosà a tutti questi giovani che sono qui e che gli volevano bene».
Dopo la celebrazione, circondata da un dolore composto,- la salma è stata accompagnata al cimitero per la tumulazione. Sul muro della macelleria Patisso è stampato l'ultimo affettuoso saluto voluto dagli amici più cari: «Ciao Vagliò...!».

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