fonte La Gazzetta del Mezzogiorno, 18.7.2008
Mezz'ora di interrogatorio a testa per ricostruire il presunto giro di usura che li ha portati in carcere.
Cosimo Bembi e Antonio "vigorelli" Fanelli, entrambi oritani rispettivamente di 54 e 61 anni, hanno sostanzialmente ammesso le loro il loro responsabilità.
Entrambi hanno risposto in maniera esaustiva alle domande del giudice delle indagini preliminari Alcide Maritati, lo stesso che - accogliendo la richiesta di ordinanza di custodia cautelare della pm Adele Ferraro - aveva disposto per entrambi la detenzione in carcere.
Il primo ad essere stato interrogato, alla presenza dell'avvocato Pasquale Annicchiarico, é stato Bembi che è anche accusato di estorsione. Bembi - ha risposto alle domande e - come si diceva - ha ammesso le sue responsabilità in relazione ai fatti contestati.
Più o meno la stessa cosa ha fatto poco dopo Fanelli, difeso dall'avvocato Roberto Palmisano.
I due oritani, però, hanno voluto fornire una loro versione dei fatti per giustificare il loro comportamento Bembi e Fanelli, secondo le accuse, avrebbero preso di mira un tabaccaio, anche lui di Oria, che si era rivolto a Bembi per un prestito al fine di saldare un suo debito con la società Lottomatica. Sta di fatto che - a fronte dei circa 8000 euro avuti - il tabaccaio, secondo le accuse, ne avrebbe dovuto sborsare 75mila.
Sempre, secondo le accuse, Bembi lo avrebbe «convinto» a pagare minacciandolo e facendo riferimento a persone calabresi che avrebbero ammazzato i suoi genitori.
Fanelli, che risponde anche di truffa, avrebbe poi consigliato al tabaccaio operazioni finanziarie che si sarebbero rivelate vantaggiose solo per lui.
La vicenda era stata scoperta dopo la denuncia dei genitori del tabaccaio che aveva minacciato il suicidio.
Mezz'ora di interrogatorio a testa per ricostruire il presunto giro di usura che li ha portati in carcere.
Cosimo Bembi e Antonio "vigorelli" Fanelli, entrambi oritani rispettivamente di 54 e 61 anni, hanno sostanzialmente ammesso le loro il loro responsabilità.
Entrambi hanno risposto in maniera esaustiva alle domande del giudice delle indagini preliminari Alcide Maritati, lo stesso che - accogliendo la richiesta di ordinanza di custodia cautelare della pm Adele Ferraro - aveva disposto per entrambi la detenzione in carcere.
Il primo ad essere stato interrogato, alla presenza dell'avvocato Pasquale Annicchiarico, é stato Bembi che è anche accusato di estorsione. Bembi - ha risposto alle domande e - come si diceva - ha ammesso le sue responsabilità in relazione ai fatti contestati.
Più o meno la stessa cosa ha fatto poco dopo Fanelli, difeso dall'avvocato Roberto Palmisano.
I due oritani, però, hanno voluto fornire una loro versione dei fatti per giustificare il loro comportamento Bembi e Fanelli, secondo le accuse, avrebbero preso di mira un tabaccaio, anche lui di Oria, che si era rivolto a Bembi per un prestito al fine di saldare un suo debito con la società Lottomatica. Sta di fatto che - a fronte dei circa 8000 euro avuti - il tabaccaio, secondo le accuse, ne avrebbe dovuto sborsare 75mila.
Sempre, secondo le accuse, Bembi lo avrebbe «convinto» a pagare minacciandolo e facendo riferimento a persone calabresi che avrebbero ammazzato i suoi genitori.
Fanelli, che risponde anche di truffa, avrebbe poi consigliato al tabaccaio operazioni finanziarie che si sarebbero rivelate vantaggiose solo per lui.
La vicenda era stata scoperta dopo la denuncia dei genitori del tabaccaio che aveva minacciato il suicidio.
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