sabato 19 luglio 2008

Usura, si cercano le altre "vittime"

di Francesca D'ABRAMO, Il Quotidiano, 18.7.2008

Si sono svolti ieri mattina, nella casa circondariale di via Appia a Brindisi, gli interrogatori degli arrestati nell' ambito dell'operazione anti- usura compiuta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Francavilla, coadiuvati dai colleghi della stazione di Oria. I due oritani finiti in carcere sono Cosimo Bembi, di 54 anni, e Antonio Fanelli, 62enne. Alla presenza dei loro legali, rispettivamente Pasquale Annicchiarico e Roberto Palmisano, sono stati sentiti dal gip Alcide Maritati. Bembi ha risposto alle domande, ammettendo in parte le proprie le responsabilità. Intanto, mentre si studia la linea difensiva, fuori dal carcere le indagini continuano. Per gli inquirenti, infatti, non si avrebbe a che fare con un'organizzazione dedita all'usura, ma che sarebbero state piuttosto alcune coincidenze a portare Bembi e Fanelli, entrambi già conosciuti alle forze dell'ordine, ad intraprendere l'affare del prestito ad interesse: la conoscenza fra i due e la vittima e la prima somma, tutto sommato esigua, richiesta. Gli investigatori non hanno riscontri sull'eventuale esistenza di altre persone finite nel giro, ma incoraggiano imprenditori e commercianti in difficoltà a denunciare i fatti senza paura per ottenere giustizia, proprio come mostra la vicenda del tabaccaio 34enne di Oria. All'inizio dell'indagine, infatti, il giovane non era affatto collaborativo, per paura di ritorsioni contro di sè e contro la sua famiglia. Ed infatti a rivolgersi alle forze dell'ordine erano stati, nel 2007, i suoi familiari, che si erano accorti che qualcosa non andava. Partito il lavoro investigativo, i carabinieri hanno ricostruito quanto stava accadendo. Il giovane esercente era in ritardo con dei pagamenti alla società Lottomatica, per ma di alcune giocate non saldate. Poiché rischiava di perdere la concessione, si era messo in moto per trovare in fretta'i 3mila euro necessari. Si era così rivolto ad un cliente abituale della ricevitoria, Bembi, che gli aveva concesso, in tre tranches, complessivamente 8mila euro di prestito. Dietro la minaccia dell'intervento di fantomatici malviventi calabresi, Bembi aiutato da Fanelli, si era fatto restituire in un anno e mezzo 55mila euro, più una somma ingente, anche se non precisata, in sigarette, valori bollati, ricariche telefoniche ed altra merce in vendita nella ricevitoria. 1 due erano arrivati a farsi intestare, tramite scrittura privata, parte dell'immobile dell'esercizio, oltre a diversi assegni bancari. Ultimo atto l'affare Bmw: un'auto di lusso che il tabaccaio era stato costretto ad acquistare a rate e poi a rivendere ad un prezzo più basso, facendo intascare un sorta di provvigione a Fanelli. I capi di accusa sono per Bembi, di usura in concorso ed estorsione, invece truffa ed usura in concorso per Fanelli.

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