(fonte La Gazzetta del Mezzogiorno, 16.9.2007)
Nove anni di servizio sacerdotale, nove anni di cammino con la comunità parrocchiale. Dal suo arrivo nella basilica cattedrale, don Angelo Altavilla ha «coltivato» i rapporti con i suoi parrocchiani con affetto, stima, comprensione e collaborazione: una affetto corrisposto dal quale è nata una famiglia spirituale. Quella «famiglia» che non ha accolto positivamente la notizia del trasferimento del sacerdote a Latiano, nella parrocchia S. Maria della Neve. «II Signore, nella persona del Vescovo - spiega il parroco - mi ha chiesto di lasciare voi per guidare un'altra Comunità; riconosco in questo mandato quel perentorio "seguimi" che Gesù rivolse a Pietro. Per tutta la vita Cristo ci chiama, sempre, di nuovo, per sempre più santificarci».
Questa mattina saranno in tanti a partecipare alla messa delle li per salutare, anche se a malincuore, quei parroco che tanto ha fatto per edificare la comunità, per rendere la parrocchia la chiesa di tutti.
E continua: «W questi anni abbiamo lavorato fianco a fianco, abbiamo investito tanto in mente, braccia e cuore perché la nostra piccola parrocchia sia «casa della comunione e della santità», dove i cristiani si aiutano reciprocamente a scoprire e realizzare la propria vocazione nell'ascolto della parola di Dio, nella preghiera, nella assidua partecipazione ai sacramenti e nell'attenzione concreta agli ammalati, agli anziani, ai poveri e agli ultimi». Nulla è stato trascurato: la cura
dell'edificio materiale lo ha reso più bello «restaurando - aggiunge don Angelo - ciò che era necessario per dare decoro e bellezza al tempio dove è custodita la cattedra del vescovo e dove si svolgono le principali celebrazioni liturgiche diocesane».
Nel suo saluto don Angelo usa le parole del santo protettore Barsanofio: «II Signore vi salvi dai flutti come Pietro, vi liberi dalle
tribolazioni come Paolo e gli apostoli, vi protegga dà ogni male come suoi amati figli e vi accordi ciò che il vostro cuore desidera». E da ultimo un messaggio d'amore: «Nonostante i miei tanti limiti - dice - anche caratteriali, posso darvi testimonianza di avervi amato e di avervi amato tanto. A tutti la mia richiesta di perdono se non ho potuto fare di meglio e il mio grazie».
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