lunedì 17 settembre 2007

Oria-Los Angeles, un viaggio... di sola andata per costruire case eleganti e ville da sogno

(fonte La Gazzetta del Mezzogiorno, 16.9.2007)


Riprende la nostra inchiesta sugli «emigranti di successo», finalizzata a dare visibilità ai nostri concittadini che vivono e lavorano all'estero.
In questa puntata, ci fermiamo a Los Angeles dove risiede da oltre quarant'anni Francesco Altavilla (nativo di Oria e padre di due figli, un medico e un dirigente sportivo), noto ed apprezzato costruttore di case o, meglio - per essere più precisi - di rifiniture esterne di immobili di una certa eleganza. Tanto per rendere l'idea, è opera di Altavilla la casa (a dir poco... da sogno) che appare in una delle scene del famoso film «Il padrino», nonchè una magnifica villa (appartenuta prima ad un avvocato e poi ad una ricchissima famiglia), ora messa in vendita alla sbalorditiva cifra di 165 milioni di dollari!!!
«Da Oria - racconta Ciccillo (come lo chiamano i suoi vecchi amici) - sono partito neppure diciottenne alla ricerca di lavoro, dapprima nel nord Italia e poi, a seguito della morte improvvisa di mio fratello (una tragedia che mi ha segnato profondamente), un po' in giro per l'Europa: in Germania, Austria, Francia e, quindi, in Svizzera, dove ho vissuto per qualche tempo lavorando in una fabbrica. Qui, mi sono trovato bene, con l'unico inconveniente che non mi davano la cittadinanza, il che mi costrinse ad emigrare altrove». «Prima di Los Angeles, però - continua Altavilla - ho fatto tappa in Canada, a Toronto, dove tuttavia ho trovato un clima inadatto che mi ha indotto ad attraversare il confine con gli Stati Uniti, agevolato in ciò da un funzionario della dogana (guarda caso, di Oria) che mi concesse (cosa praticamente impossibile negli anni `50) un permesso di soggiorno di un anno per spostarmi liberamente in territorio americano. Lì, poi, sono riuscito a coltivare amicizie importanti che mi hanno dato l'opportunità di rimanervi a vita».
Dopo tante peripezie, insomma, l'arrivo a Los Angeles: «In un primo momento - dice -ho aperto un ristorante (il "Gianfranco"), uno dei più moderni ed eleganti dell'epoca, come disegni ed accessori. Poi, ho intrapreso la strada della musica, aprendo con un amico una sala di registrazione dove sono passati grandi artisti come Beatles, Supertramp e Frank Sinatra, tanto per citare alcuni esempi». «Solo dopo, invece-continua-ho deciso di intraprendere l'attività edile e, negli anni, ho curato le rifiniture esterne di case di grandi industriali (fra cui il "re della carne"), di ricchi personaggi e famosi attori, fra cui Robert De Niro (grande amico, con cui spesso mi trattengo a parlare delle nostre origini italiane), Burt Lancaster, Dustin Hoffman e Danny De Vito».
Durante tutti questi anni, il ricordo delle sue origini brindisine si è un po'... sbiadito: «Ma solo perchè - confida Altavilla - ci torno sempre più raramente, ma vi posso assicurare che alcune cose non le dimenticherò mai, soprattutto i miei famigliari (una sorella ed un nipote) e gli amici d'infanzia più cari e non è così raro per me seguire le notizie che interessano il territorio brindisino».
Rimpianti, in definitiva, Altavilla non ne ha: «No - conclude -; ripeto, ci sono state amicizie che mi sono mancate tanto, ma sono contento della scelta fatta in gioventù, anche perchè all'epoca l'esistenza in "patria" era molto dura. E poi, vivere a Los Angeles e, più in generale, in America è davvero un sogno. Che io, per fortuna, sono riuscito a coronare».

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