lunedì 17 settembre 2007

Lettera di saluto alla Comunità del Parroco don Angelo Altavilla

(Oria, 16.9.2007)

Carissimi,
sono passati circa sei anni da quando iniziai il mio servizio sacerdotale in mezzo a voi in qualità di Parroco, il 9 gennaio 2002.
In questi anni abbiamo camminato insieme, abbiamo vissuto ordinari e straordinari momenti di fede.
Abbiamo lavorato fianco a fianco per edificare la Comunità, per rendere la nostra piccola Parrocchia chiesa per tutti, dove ogni assenza fa soffrire e qualunque presenza è motivo di gioia. Abbiamo investito tanto in mente, braccia e cuore perché la nostra piccola Parrocchia sia “casa della comunione e della santità”, dove i cristiani si aiutano reciprocamente a scoprire e realizzare la propria vocazione, nell’ascolto della Parola di Dio, nella preghiera, nella assidua partecipazione ai sacramenti e nell’attenzione concreta agli ammalati, agli anziani, ai poveri e agli ultimi. Abbiamo curato l’edificio materiale rendendolo sempre più bello, restaurando ciò che era necessario per dare decoro e bellezza al tempio dove è custodita la Cattedra del Vescovo e dove si svolgono le principali Celebrazioni liturgiche diocesane.
Tante sono state le occasioni in cui abbiamo condiviso gioie, dolori, fatiche e speranze nella ordinaria testimonianza a Gesù Risorto, nostra speranza in un mondo che cambia.
Sento di dovere tanto a ciascuno di voi per l’affetto, la stima, la comprensione, la collaborazione e la corrispondenza generosa che in questi anni non mi sono mai venuti a mancare. Davvero ho sperimentato di avere in voi una famiglia spirituale nella quale essere figlio e fratello, e dove, al tempo stesso, essere immagine di Lui, Padre nostro. Da parte mia, nonostante i miei tanti limiti, anche caratteriali, posso darvi testimonianza davanti al Signore di avervi amato e di avervi amato tanto.
Ora il Signore nella persona del nostro Vescovo mi ha chiesto di lasciare voi per guidare un’altra Comunità: la Parrocchia S. Maria della Neve in Latiano. Riconosco in questo mandato ancora una volta quel perentorio “seguimi”, che Gesù rivolse a Pietro. In verità - come predicava J.H. Newman “non siamo chiamati una volta soltanto, ma molte volte; per tutta la nostra vita Cristo ci chiama... sempre di nuovo, da una casa a un’altra, senza che possiamo avere un luogo di riposo…, e quando obbediamo ad un comando, subito ce ne viene dato un altro. Egli ci chiama continuamente, per sempre più santificarci... “.
Nel salutarvi dico a tutti il mio grazie, particolarmente ai collaboratori più stretti ai quali va la mia affettuosa riconoscenza.
Saluto tutti con le parole di S. Barsanofio: “Il Signore vi salvi dai flutti come Pietro, vi liberi dalle tribolazioni come Paolo e gli altri Apostoli, vi protegga da ogni male come suoi amati figli e vi accordi ciò che il vostro cuore desidera” (Lettera 194).
Maria, la Vergine Assunta, ci faccia volgere ancora gli occhi verso i monti da dove verrà l’aiuto e allora di nuovo sulle nostre labbra fiorirà l’esultanza del Magnificat.

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