giovedì 6 settembre 2007

Oria, si riducono le possibilità che il castello svevo possa essere acquistato dagli enti pubblici

C'è la volontà di Comune, Provincia e in parte del ministero ma la Regione ha finora disertato tutti gli incontri.
(fonte La Gazzetta del Mezzogiorno, 6.9.2007)

Speranze ormai fioche, ma continue. Nonostante l'ennesima «assenza ingiustificata» della Regione nel corso della terza conferenza di servizi convocata ieri mattina a Palazzo Martini per un aggiornamento in merito a quella che può definirsi «operazione Castello», il sindaco Cosimo Ferretti crede ancora nella possibilità che il Comune possa esercitare il diritto di prelazione attraverso un accordo di programma con Provincia e Regione: «La Regione ha ancora tempo per ricredersi o almeno esprimersi in merito». La battaglia, condivisa dalla Provincia nella persona del presidente Michele Errico, non trova l'appoggio della Regione Puglia che, nonostante gli impegni assunti dall'assessore Ostilio, ha fatto mancare sempre la sua presenza istituzionale. Malgrado ciò, non si può negare che il sindaco Ferretti e i suoi amministratori, in particolare Antonio Alimento e Angelo Mazza non abbiano fatto il possibile: fiducioso di trovare in un accordo di programma la strada maestra per acquistare il Castello svevo, il gruppo di lavoro ristretto non ha lesinato grinta, impegno, giornate di studio e di ferie per trovare soluzioni ido
nee. Un percorso che, sebbene condiviso dalla Provincia con una quota del 25%, non ha però trovato terreno fertile nell'istituzione che ci si aspettava come la più determinante nell'operazione, con una partecipazione pari al 50°ro. La volontà che il Castello in questa fase storica divenisse proprietà pubblica non è quindi coincisa con la volontà politica della Regione che in ogni incontro, da Oria a Brindisi, e poi a Roma, è stata assente. A differenza, invece, del Ministero dei Beni culturali, presente agli incontri attraverso il suo direttore regionale, ma con un budget limitato a 1 milione e 100mila euro. Ieri, a cinque giorni dalla scadenza dei termini per procedere ad esercitare la prelazione, il governo regionale non ha giustificato la sua ennesima assenza. Si parla di mancanza di fondi o di mancato interesse a far rientrare un ulteriore immobile (sebbene storico) nei già numerosi beni regionali; c'è chi, sindaco in primis, parla di mancata volontà politica, perché se per il Comune reperire la cifra necessaria è un problema, non lo sarebbe per il Bilancio della Regione. Manca, di fatto, la comunione di intenti.

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