giovedì 16 agosto 2007

Castello, il destino verrà deciso in una conferenza di servizi.

Il consiglio comunale non ha esercitato la prelazione, ma ha ottenuto un rinvio di 20 giorni. Fissato per il 27 agosto un tavolo istituzionale

(fonte La Gazzetta del Mezzogiorno, 15.8.2007)

Il castello di Oria non si tocca, almeno per il momento. Ieri, durante un consiglio comunale monotematico, convocato in tutta fretta in vista dell'annunciata vendita del maniero svevo, è stata votata all'unanimità una delibera che di fatto bloccherebbe, almeno per 60 giorni, la compravendita. In realtà gli attuali proprietari, i conti Martini Carissimo, sono dei privati ed hanno intenzione di cedere la costruzione ad altri privati, una famiglia i imprenditori locali del settore ella ristorazione; poichè, però, tratta di un bene di interesse culturale, la legge dà facoltà agli Enti amministrativi territoriali di esercitare il diritto di prelazione. In sostanza, se il Comune avesse a disposizione circa 8 milioni di euro, prezzo del castello, avrebbe diritto a comprarlo, precedendo l'acquirente privato.
Per pronunciarsi il Comune aveva 20 giorni. Un lasso di tempo davvero molto breve che aveva fatto pensare ad una ineluttabile perdita del monumento. L'assise comunale, però, interpretando le preoccupazioni di molti cittadini, ha sfoderato un asso dalla manica: non si è fatta da parte e non ha neanche rinunciato al diritto di prelazione, benchè in bilancio non abbia certo quella somma.
Altra strategia: nel documento presentato dai consiglieri Greco, Almiento, Caniglia, Italiano e Pasulo si denunciano delle irregolarità nell' iter procedurale, compiute dalla Sovrintendenza per i beni culturali. Queste ultime riguarderebbero la corretta trasmissione degli atti a tutti gli enti interessati, quindi hanno impedito, di fatto, al Comune di fare le sue valutazioni e di attivare le procedure necessarie. Risultato: stop di due mesi. Contemporaneamente è stato dato mandato al sindaco di convocare una conferenza dei servizi con Provincia, Regione, Ministero dei Beni culturali e Sovrintendenza, per analizzare altre ipotesi. L'amministrazione fa sapere che non si tratta di una battaglia per impedire la vendita e che non ha nulla in contrario a che il castello passi a dei privati, nè rappresenta motivo di scandalo un eventuale progetto di sfruttare la struttura turisticamente. Ciò che invece si intende salvaguardare è il ritorno per la città, non solo in termini economici, ma anche culturali e di fruibilità. Quando nel 1933 la famiglia Martini Carissimo prese possesso del castello, gli amministratori dell'epoca pretesero la firma di una clausola che assicurasse la possibilità di effettuare visite almeno in una parte della costruzione. Oggi si vorrebbe ottenere qualcosa di simile. Man forte la dà anche la Provincia. II presidente, Michele Errico, ha infatti diffuso una nota in cui si dice preoccupato per la sorte del castello. Per questo offre la propria collaborazione e insiste per la convocazione della conferenza dei servizi, fissata per il 27 agosto.

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