lunedì 20 agosto 2007

E intanto la fondazione continua a divulgare la storia del maniero.

I nuovi proprietari. Come prima azione pensano al restauro, con un impegno di circa 5milioni di euro: si fuga ogni dubbio così su uso e destinazione del monumento federiciano.

(fonte La Gazzetta del Mezzogiorno, 19.8.2007)

La cultura diventa comunicazione: per far leggere la storia, per divulgare colori e documenti di tempi assai lontani, per far ammirare oggetti rari e preziosi.
Al centro di questo progetto che valorizza e diffonde le risorse storiche e culturali, la Fondazione Martini Carissimo, nata per volontà di Lavinia Martini Carissimo, che ne diventa presidente, con la collaborazione del tributarista Giuseppe Tinelli e dell'avv. Marcello Apollonio, entrambi componenti il Consiglio di Amministrazione. La presidente, figlia del Conte Gennaro Martini Carissimo e di Maria Teresa Antici, una delle eredi del Castello svevo di Oria, ha sempre avuto la passione per l'imprenditoria della cultura e da tempo ha anticipato, già nel suo ambiente lombardo dove vive e lavora e poi in Oria, quel processo di culture, di identità, di storia e di intrecci tra famiglie nobili che hanno vissuto e abitato il Castello federiciano.
Benchè il Castello 'a breve passerà ad altri proprietari, Lavinia Martini Carissimo vuol continuare a far «rivivere» quelle tracce di storia che sono appartenuti alla sua famiglia d'origine.
Ha voluto raccordare la cultura del territorio con la storia privata, lavorando per 5, lunghi anni, su un progetto che potrebbe concretizzarsi in una mostra se il Comune di Oria se ne farà carico ed esporla - perché no? - nel primo Palazzo di proprietà della famiglia, il «Martini».
Una mostra che, grazie alla collaborazione delle dottorande pugliesi Rosanna Peciccia e Valentina Marangi, coordina il passato e racconta della famiglia Martini Carissimo, delle corrispondenze con il re Umberto I e Ferdinando di Savoia, del progetto di restauro; migliaia di testimonianze e cimeli arricchiti da un patrimonio fotografico inedito. Immagini che parlano di un paese ancora povero mettono in luce originali emergenze architettoniche come il meraviglioso Convento dei Celestini completamente diverso da oggi.
Memorie storiche queste, che rivivono nel presente attraverso la Fondazione, forse la terza tra quelle private in Puglia, con la quale «divulgare, esibire - ha dichiarato la presidente M. Carissimo - documenti, cimeli, libri ed esprimere il percorso che la Famiglia ha compiuto con la comunità della quale ne faceva e fa parte. Un percorso compiuto nel tempo attraverso le trasformazioni della società». Un'operazione culturale questa, per capire e progredire «perché - conclude la presidente - le preziose testimonianze sono elemento fondamentale per lo sviluppo di una società intergrata ed avanzata».

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